Servizi PA in digitale: la roadmap 2021

di Anna Fabi

6 Gennaio 2021 12:24

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Dal 28 febbraio 2021 solo SPID e CIE per accedere ai servizi della PA: il calendario della migrazione digitale per le comunicazioni con il cittadino.

Il 2021 è un anno chiave per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, con un roadmap densa di appuntamenti che semplificano il rapporto fra cittadini e istituzioni attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali (es.: SPID, app IO). Il Decreto Semplificazioni (dl 76/2020) contiene ad esempio un serie di novità sui servizi della PA digitale, riassunti in un utile vademecum predisposto dal Ministero dell’Innovazione.

La scadenza fondamentale è il 28 febbraio 2021, data entro la quale le amministrazioni devono avviare il processo di trasformazione digitale. Obiettivo: «accelerare lo sviluppo migliorando la qualità della vita dei cittadini e agevolando il lavoro delle imprese», sottolinea la ministra Paola Pisano. Vediamo le principali disposizioni.

SPID

Dal 28 febbraio 2021 le credenziali SPID e la Carta d’identità elettronica (CIE) saranno le uniche che consentiranno di accedere ai servizi della PA. Stop al rilascio di tutte le altre credenziali (come il PIN INPS). La transizione coinvolge tutta la pubblica amministrazione: nazionale, territoriale, enti pubblici, agenzie. Resta ferma la validità delle vecchie credenziali fino a naturale scadenza e comunque non oltre il 30 settembre 2021. Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) e la Carta d’identità elettronica (CIE) avranno lo stesso valore di un qualsiasi documento d’identità nello svolgimento di pratiche amministrative online.

App IO

La app che viene già utilizzata per vari scopi, ad esempio per il bonus vacanze, consente di accedere ai servizi della PA utilizzando lo smartphone. Entro il 28 febbraio tutte le pubbliche amministrazioni devono avviare un processo di trasformazione digitale che rende possibile l’utilizzo dei servizi attraverso questa app. Quindi, mentre per quanto riguarda SPID, dal 28 febbraio sarà operativa la migrazione, in questo caso la scadenza si riferisce all’obbligo per le amministrazione di avviare la transizione. Per i cittadini, la migrazione completa avverrà successivamente. Cosa si potrà fare con la app IO: effettuare autocertificazioni, presentare istanze e dichiarazioni utilizzando il proprio telefono cellulare, effettuare pagamenti attraverso la piattaforma PagoPa.

=> Guida all'uso della app IO

Notifica digitale atti

E’ prevista (articolo 26) una piattaforma tecnologica che funzionerà come una sorta di “buca delle lettere digitale”, accessibile anche dal proprio cellulare, che consentirà alla Pubblica amministrazione di effettuare, con valore legale, l’invio di notifiche di atti, provvedimenti e avvisi. Il cittadino o l’impresa potrà aprire in qualsiasi momento il proprio “cassetto notifiche” sulla stessa piattaforma per “ritirare” direttamente l’atto ed effettuare il relativo pagamento, se necessario. Per i cittadini che non possiedono un domicilio digitale, resterà la procedura di recapito degli atti via posta ordinaria.

Persone con disabilità

Anche le aziende private, se al di sopra di determinate soglie di fatturato, avranno gli stessi obblighi già previsti per le pubbliche amministrazioni di rendere accessibili gli strumenti informatici ai cittadini con disabilità. Il nuovo obbligo riguarda le società che hanno avuto un fatturato medio superiore a 500 milioni di euro e che offrono servizi al pubblico attraverso siti web o applicazioni sul telefonino. Il riferimento è l’articolo 29 del decreto, che contiene anche una novità sulle auto e i veicoli delle persone con disabilità, che potranno circolare nelle zone a traffico limitato (Ztl) su tutto il territorio nazionale con un unico permesso. Il permesso ztl al momento è valido solo nel Comune che lo ha rilasciato, mentre la nuova norma lo rende valido in tutta Italia, comportando quindi una semplificazione.

Codice di condotta

L’articolo 32 prevede un Codice di condotta tecnologica della Pubblica Amministrazione, che consentirà di progettare, realizzare e sviluppare i propri sistemi e servizi informatici e digitali basandosi su regole omogenee, valide su tutto il territorio nazionale. Si supera così uno degli attuali ostacoli alla digitalizzazione dell PA, che vede le diverse amministrazioni muoversi in maniera autonoma e spesso non tempestiva.
digitale del Paese.

Dati della PA

Semplificazione per la gestione e il funzionamento della Piattaforma digitale nazionale dati, che rende immediatamente interrogabili, disponibili e fruibili i dati dei vari rami della Pubblica amministrazione. Le nuove norme non ampliano le informazioni a cui la Pubblica amministrazione può accedere, ma rendono più facile la modalità di condivisione dei dati, e consentono di valorizzare e rendere immediatamente disponibili alle amministrazioni notevoli flussi di dati aggregati e anonimizzati.

Altra novità: i concessionari di servizi pubblici dovranno fornire all’amministrazione concedente i dati, in formato aperto e riutilizzabile, acquisiti e prodotti nell’ambito dell’erogazione del servizio. La PA potrà così utilizzarli nel rispetto della normativa sulla privacy e della sicurezza dei sistemi informatici.

Cloud

Le pubbliche amministrazioni devono migrare i propri Centri elaborazione dati (Ced) che non hanno i requisiti di sicurezza fissati dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) verso un’infrastruttura ad alta affidabilità, localizzata in Italia. In alternativa possono far migrare i loro servizi verso soluzioni cloud che rispettano le caratteristiche di sicurezza, qualità e livello delle prestazioni definite dall’Agid. Si pongono le basi per la creazione di un cloud nazionale, che può offrire in futuro una garanzia di maggiore autonomia tecnologica del Paese, assicurare la sicurezza delle infrastrutture digitali e dei servizi online.

Comunicazione con i cittadini

Il decreto dispone che quella digitale diventi la modalità abituale di comunicare tra uffici pubblici e tra amministrazioni e cittadini, con l’obiettivo di rendere più semplici e veloci i rapporti con cittadini e imprese.

Smart working

Per agevolare lo smart working, la pubblica amministrazione è tenuta a dotarsi di beni, servizi e sistemi informatici idonei a consentire l’accesso da remoto ai propri dipendenti, nel rispetto dello Statuto dei lavoratori e delle disposizioni in materia di sicurezza delle reti e dei dati.

Progetti di innovazione

Sperimentazione, in deroga alle disposizioni vigenti, per progetti di innovazione e digitalizzazione potenzialmente utili allo sviluppo del Paese da parte di imprese, startup, università e centri di ricerca. La sperimentazione, prevista dall’articolo 36 del decreto, è gestita dal dipartimento per la Trasformazione digitale e dal ministero dello Sviluppo economico, se ha un impatto sociale positivo si attiva una procedura per consentire all’attività sperimentata di essere svolta anche in seguito.