Il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale è diventato legge con la pubblicazione sulla GU, lo scorso 13 settembre.
=> Il nuovo Codice di Amministrazione Digitale
Numerose le novità introdotte, prima tra tutte la possibilità (ma non l’obbligo) di ottenere il domicilio digitale per comunicare con la Pubblica Amministrazione, un indirizzo di posta elettronica certificato da segnalare al Comune di residenza e da usare per gestire i rapporti con gli enti pubblici, inserito nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR).
Così cita il testo (articolo 3bis):
«Il domicilio di cui al comma 1 è inserito nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente-ANPR e reso disponibile a tutte le pubbliche amministrazioni e ai gestori o esercenti di pubblici servizi.»
Per quanto riguarda il sistema Spid, il CAD detta le regole per i gestori di identità digitale e istituisce la figura del Commissario all’Agenda digitale.
=> Spid: come funziona l’identità digitale
Le novità riguardano anche il passaggio definitivo dal cartaceo al formato digitale nelle amministrazioni pubbliche, che slitta fino a dicembre, così come l’obbligo per le PA di accettare pagamenti attraverso i sistemi elettronici.