Il programma nazionale per la scuola digitale procede a rilento, e non ha ottenuto il pieno sostegno dell?Ocse: il rapporto dell?organizzazione ha infatti sottolineato numerose carenze nella realizzazione del piano, tanto che procedendo di questo passo sarebbero necessari 15 anni per raggiungere il medesimo livello del Regno Unito.
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La finalità di Francesco Profumo, che ha richiesto all?Ocse una relazione sulla situazione italiana in materia di digitalizzazione dell?istruzione (Review of the italian strategy for digital school), è quella di ottenere consigli e linee guida necessarie per recuperare il divario con gli altri paesi europei.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale è stato lanciato nel 2007, tuttavia allo stato attuale coinvolge solo il 14% delle scuole. Entrando più nel dettaglio delle cifre ? elaborate su un campione pari all?85% delle scuole fino al 31 agosto 2012 ? la copertura delle lavagne multimediali è ferma al 21,6%, mentre le classi 2.0 sono 416.
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Per quanto concerne le risorse statali, l?Ocse ricorda che il Piano italiano per la Scuola Digitale si basa su uno stanziamento di 30 milioni di euro all?anno per 2 anni, quindi meno dello 0,1% della spesa pubblica per l?istruzione: una cifra che deve essere necessariamente incrementata attraverso finanziamenti pubblici o privati.
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«Viste le attuali restrizioni di bilancio, è difficile prevedere un aumento delle risorse, e il rapporto propone di riconsiderare alcuni aspetti del Piano per raggiungere due obiettivi: accelerare l?integrazione delle tecnologie dell?informazione e della comunicazione nelle scuole e nelle classi; creare una Rete di Laboratori per l?Innovazione in cui alcune scuole pilota sperimentino e concepiscano nuove pratiche didattiche e organizzative per migliorare il sistema scolastico italiano, reindirizzando i progetti di innovazione sull?iniziativa scuol@ 2.0».