Ministro Fornero: riaperto il sito Dpl Modena

di Teresa Barone

13 Aprile 2012 14:15

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Riapre il sito Dplmodena.it, oscurato per richiesta della segreteria generale del Ministero del Lavoro ma non per volere di Elsa Fornero.

Si placa la bufera scatenata dalla chiusura di Dplmodena.it da parte del Ministro Elsa Fornero: secondo quanto annunciato sul portale, infatti, la segreteria generale del Ministero del Lavoro aveva chiesto la cancellazione dei contenuti del sito che illustrava le novità riguardanti proprio il mondo del lavoro e dell’occupazione in Italia.

Un colloquio tra i responsabili della Direzione della Comunicazione del Ministero e i due ideatori: Roberto Camera e Eufranio Massi, ha infatti permesso di chiarire la responsabilità dell?oscuramento del sito, che non è stato voluto dal Ministro Fornero. Questo il testo del messaggio che annunciava la chiusura del portale, al quale è seguita una polemica in Rete che ha portato a numerosi pareri contrari.

«Il Segretario generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con una nota del 5 aprile 2012, indirizzata anche alla DTL di Modena, ha stabilito che: al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo anche per quanto attiene agli Uffici territoriali, si chiede alle SS.LL. di provvedere alla immediata chiusura del sito internet www.dplmodena.it.»

Il sito non sarà oscurato, tuttavia è lo stesso Ministro Fornero a chiarire la sua estraneità alla decisione e a indirizzare gli ideatori del portale, che appartiene alla rosa dei siti istituzionali, verso un maggiore riguardo nei confronti della pubblica amministrazione e al costante aggiornamento sulla base di documenti ufficiali. Nella nota diffusa dal dicastero si legge che:

«Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali non ha mai praticato azioni di censura nei confronti di iniziative o attività poste in essere dai propri dirigenti e dipendenti. Ogni intervento è stato sempre effettuato per garantire il rispetto delle leggi e delle regole vigenti. E, anzi, l’obiettivo è stato sempre quello di valorizzare le buone pratiche avviate dalle strutture del Ministero.»

La responsabilità della censura ricade quindi sulla segreteria generale del dicastero, e sarebbe stata causata da un grave fraintendimento e non da una richiesta esplicita del Ministro.

«Non ho l’abitudine di chiudere siti, l’informazione non va mai fermata. Se quello è un sito buono il Ministero farà tesoro delle buone idee e le valorizzerà».