Riuso dei dati della pubblica amministrazione: il caso del Piemonte

di Alfredo Bucciante

6 Luglio 2011 10:00

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Il sito dati.piemonte.it è il primo esempio di progetto dedicato al riuso in Italia. Mette a disposizione i documenti della pubblica amministrazione secondo la logica dell'open government.

La sezione Normativa raccoglie invece la regolamentazione comunitaria, nazionale e regionale. Qui possiamo vedere le disposizioni che regolano il settore, a cominciare dalla già citata Direttiva europea 2003/98/CE relativa al “riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico”.

In questa sede si delinea a livello generale la disciplina del riutilizzo dei dati. In particolare, si prescrive alle amministrazioni pubbliche il compito di favorire la disponibilità dei documenti attraverso la loro messa online, in un termine di 20 giorni. Si prevede anche la facoltà per le amministrazioni di chiedere un compenso per la cessione dei dati, a titolo di rimborso per le spese.

La Direttiva è stata recepita in Italia attraverso il Dlgs. 36/2006, succesivamente modificato dalla legge 96/2010. In questo caso la disciplina si limita a enunciare soprattutto le facoltà in capo alle pubbliche amministrazioni, le modalità relative alla richiesta dei dati, i formati, le tariffe e il divieto di accordi di esclusiva.

Essendo poi il sito legato alla Regione Piemonte, viene presentata la normativa regionale. Qui è da rilevare come nella versione aggiornata delle linee guida ci sia un riferimento alle licenze Creative Commons.

Quello delle licenze è un tema importante da tenere in considerazione. In sostanza si tratta delle facoltà in capo a chi utilizza i dati, e nella legge si stabilisce che il titolare degli stessi stabilisce le condizioni di utilizzo degli stessi. Le licenze devono ovviamente essere visibili sul sito e accompagnare i documenti a cui si riferiscono.