È poco informatizzata la Pubblica Amministrazione italiana, o perlomeno fa poco ricorso alle tecnologie digitali per offrire i propri servizi ad imprese e cittadini. Secondo un recente dossier redatto da Confartigianato solo 541 Comuni, su un totale in Italia di 8100 realtà, riescono ad iniziare e quindi portare a termine una pratica utilizzando il canale online.
In sostanza di tratta di un misero 6,7%. Un a percentuale sicuramente non all’altezza di un Paese come il nostro che si colloca tra i più industrializzati del mondo.
E la situazione peggiora se si va ad analizzare la presenza di Comuni capaci di fornire ai cittadini un servizio completo via web, pari solo a 112 ovvero l’1,4% del totale.
L’organizzazione delle Pmi e degli artigiani lancia quindi un monito alle pubbliche amministrazioni della penisola, denunciando la mancanza in ben 1191 Comuni di sistemi informatici per gestire il patrimonio, in 818 non si utilizzano affatto soluzioni informatiche per la gestione del personale e in 49 realtà italiane addirittura i servizi di contabilità vengono ancora effettuati a mano.
Una situazione che ci fa sfigurare a livello globale, non a caso infatti la Banca Mondiale ha posizionale l’Italia all’80esimo posto nella propria classifica “Doing business 2011“, che misurava la capacità di costruire un’impresa.
Il classico fardello che si porta dietro il nostro Paese cono le lungaggini burocratiche e, appunto, la scarsa informatizzazione dei servizi offerti dalla PA. Questo non demoralizza solo gli investitori per le attività private, ma va a pesare anche sulla realizzazione di opere pubbliche.