Anche in Italia, come negli Stati Uniti, è possibile avviare serie strategie di Open Gov. È questa è la convinzione di Ernesto Belisario, Andrea Casadei, Gianluigi Cogo, Luca De Pietro, Gianni Dominici, Stefano Epifani, Claudio Forghieri, Carmelo Giurdanella, Salvatore Marras, Flavia Marzano, Guido Scorza, un gruppo di esperti di diritto e di nuove tecnologie, funzionari pubblici e privati, docenti universitari ed altri componenti della società civile che si è riunito nell?
Associazione Italiana per l’Open Government con l?obiettivo di sensibilizzare cittadini, imprese ed Amministrazioni e promuovere l?attuazione di strategie di Open Government nel nostro Paese.
Sul sito dell’associazione si legge: «L?Open Government (letteralmente “Governo Aperto?) è innanzitutto una dottrina secondo cui l’amministrazione deve essere trasparente a tutti i livelli e consentire un controllo continuo del proprio operato mediante l?uso delle nuove tecnologie. Non è un’idea nuova: un’amministrazione che intavola una costante discussione con i cittadini, in modo da sentire quello che hanno da dire, e che prende decisioni basate sulle loro necessità».
I punti cardine del progetto, elencati nel sito, sono 10 e precisamente: governare con le persone; governare con la rete; creare un nuovo modello di trasparenza; trattare l?informazione come infrastruttura; liberare i dati pubblici per lo sviluppo economico del terzo millennio; informare, coinvolgere, partecipare per valorizzare l’intelligenza collettiva; educare alla partecipazione; promuovere l’accesso alla Rete; costruire la fiducia e aumentare la credibilità della PA; promuovere l’innovazione permanente nella pubblica amministrazione.
L’obiettivo a breve termine è quello di scrivere il Manifesto dell’Open Govrnment, a cui può contribuire chiunque. La consultazione pubblica sarà aperta fino al 15 novembre 2010 e il testo definitivo del Manifesto sarà pubblicato il 30 novembre 2010. L’intento, come ribadito dal sito, non è quello di sovvertire la forma di governo o di sostituirsi alla pubblica amministrazione ma, più semplicemente, «la volontà di collaborare e partecipare ad innescare un meccanismo virtuoso che, partendo dal basso, possa presto coinvolgere tutte le amministrazioni locali e centrali attraverso una silenziosa e pacifica rivoluzione del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione».