WiFi, dallo Iab Forum 2010 l’appello per la liberalizzazione

di Lorenzo Gennari

3 Novembre 2010 15:30

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Si sono aperti oggi i lavori dell'ottava edizione di IAB Forum. Ancora una volta la diretta può essere seguita via web. Già durante la mattinata accenni alla modifica del Decreto Pisanu

Ha preso il via oggi l’ottava edizione di IAB Forum, tornato a Milano dopo la
tappa romana di maggio (si sono svolte a Roma tre delle otto edizioni del forum). L’appuntamento ha, come di consueto, la comunicazione digitale e il mercato dell’advertising online come tema centrale e può essere seguito in diretta via web.

Già con l’intervento introduttivo del Presidente di IAB Italia, Roberto Binaghi, però, la discussione ha potuto toccare un argomento che riguarda molto da vicino la Pubblica Amministrazione ovvero la questione della liberalizzazione del WiFi, recentemente tornata alla ribalta con l’approssimarsi della scadenza dei termini del cosiddetto decreto Pisanu.

Nonostante una crescita importante, nel nostro paese, del mercato pubblicitario sul web, il mercato Italiano è ancora indietro se paragonato a quello degli Stati Uniti, della Germania, o anche della Spagna. Le motivazioni, secondo Binaghi, sono esogene, come problemi infrastrutturali, gap culturale che determinano dei veri e propri freni alla crescita, ed endogene, come gap formativo, sui quali «bisognerà fare molti sforzi».

Un caso emblematico è proprio la situazione del WiFi nel nostro paese, che è frenato dall’odioso decreto antiterrorismo: mentre nel nostro paese i punti di accesso WiFi sono cresciuti di pochissimo negli ultimi 3 anni (circa 4000 in tutto), nel Regno Unito sono già 28mila; in Francia 30mila e negli Usa ben 75mila.

L’occasione è quindi ideale per “Enter“, hub digitale del gruppo Y2K, fornitore della connessione senza fili gratuita all’interno degli spazi riservati al Forum stesso, che ha lanciato la sua campagna per la liberalizzazione del WiFi (su Twitter e Facebook), in qualità di socio IAB Forum e membro di Aiip (Associazione italiana internet provider).

«Una scelta coerente con l?impegno a contrastare il digital divide ? spiega Nicola Sciumè, amministratore delegato di Enter ? che caratterizza molti nostri progetti. Crediamo che la tecnologia debba mettersi al servizio del contesto in cui emerge un determinato bisogno: il web sviluppa innanzitutto questa capacità di intercettare una domanda e fornire una risposta in tempo reale, autorevolmente condivisa, basata sull?esperienza di altri utenti, frutto di informazioni il più possibile pertinenti al luogo dove ci si trova».