«I media non informano i cittadini su quello che è utile sapere», è per questo che il premier Silvio Berlusconi ha annunciato, ormai più di due settimane fa, che sarà inviato alle famiglie italiane un libro con tutto quello che ha fatto il governo in due anni (compiuti l’8 maggio scorso).
Dopo le inevitabili polemiche sullo spreco di denaro pubblico, con l’immediata reazione del portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, il Cavaliere ha subito fatto sapere, tramite il responsabile della comunicazione del Pdl, che il libro non sarà pagato dalla Presidenza del Consiglio né da alcun ministero. «Rientra nell’azione di divulgazione dell’attività di governo – fa notare il responsabile Antonio Palmieri – ma tutti i costi di stampa e di spedizione saranno a carico del partito».
Eppure, sul sito del Pdl, un opuscolo in formato digitale, sfogliabile online, con lo stesso titolo del libro di cui parla Berlusconi, è già liberamente consultabile con tanto di desktop personalizzato e musica di sottofondo. Sono 32 pagine a colori con foto, didascalie, bilanci e tabelle comparative. I temi trattati sono quelli dello sviluppo, del welfare, del lavoro, del fisco, della protezione civile, della sicurezza, della Pubblica Amministrazione, della giustizia, dell’istruzione, del federalismo, dell’ambiente, dell’industria, dei trasporti, del Sud, della politica estera e delle missioni di pace.
Su Facebook, intanto, il popolo viola ha formato un gruppo per l’istituzione di centri di raccolta per il riciclo del libro stesso, in tutta Italia. A sostegno di un diverso impiego del denaro utilizzato per la campagna informativa del governo, una sostenitrice dell’iniziativa denuncia un contesto che, alla luce della presenza online dell’opuscolo, sa di beffa: «[…] in una situazione dove i bambini a inizio anno scolastico portano ognuno una risma di carta perché le scuole non hanno nemmeno la carta per fare le fotocopie!».
Sempre in rete, qualcuno ha pensato di creare una sorta di catena di S.Antonio telematica, dove s’invitano i destinatari a chiedere che il libro non sia loro inviato. Iniziativa presa forse con troppa frenesia, poiché il link proposto per la comunicazione al governo non sembra adatto allo scopo descritto dall’appello, visto che si tratta di una pagina che permette di inviare «una e-mail al servizio per la trasparenza dell’attività normativa del Governo» e di «richiedere informazioni di carattere generale sui provvedimenti normativi deliberati dal Consiglio dei Ministri (contenuti, estremi di riferimento, indicazioni sull’iter procedurale del testo normativo)». Nel testo dell’email c’è inoltre un riferimento sbagliato alla legge sulla privacy n. 675/1996, abrogata e sostituita dal D.Lgs. n. 196/2003.