1) Dottoressa, qual è il ruolo della fattoria didattica nel contesto del Piano dell’offerta formativa della Scuola?
La scuola si è accorta della rilevanza educativa delle Fattorie Didattiche: sono già in molti a credere nell’importanza di avvicinare i bambini all’agricoltura, di far conoscere il territorio, i gusti, le tradizioni e i mestieri di un tempo, il ritmo della natura, per acquisire concetti di responsabilità nei confronti degli altri esseri viventi, come una capra o un vitello, magari anche solo per un giorno. Conoscere i prodotti agroalimentari della propria regione, i prodotti di fattoria, quegli stessi alimenti che si ritrovano quotidianamente sulla tavola, sapere da dove provengono, il loro ciclo produttivo, sono ormai divenute esigenze peculiari dell’odierna società.
2) Che percorso hanno fatto gli imprenditori per poter dialogare con gli insegnanti?
Gli imprenditori agricoli che entrano a far parte della Rete delle Fattorie Didattiche di Regione Lombardia, devono sottoscrivere una Carta della Qualità: tra gli obblighi che questa comporta c’è anche quello della formazione continua. Gli operatori delle Fattorie Didattiche devono poter dimostrare di aver partecipato ad un corso abilitante di 120 ore. Inoltre si impegnano a seguire successivi corsi periodici di aggiornamento per almeno 30 ore all’anno. Tra le materie d’insegnamento rientrano anche moduli sulla comunicazione didattica. Inoltre, le Fattorie Didattiche, prima di ogni visita, concordano con i docenti il programma da realizzare con la classe e gli obiettivi educativi. Gli agricoltori si dichiarano disponibili ad interventi in classe, prima e successivamente alla visita, se propedeutici ai programmi proposti, e possono stipulare convenzioni con gli Istituti Scolastici.
3) Avete un profilo della fattoria didattica, ad es. l’età, l’istruzione, l’orientamento aziendale?
In genere le aziende agricole più propense a diventare Fattorie Didattiche sono quelle in cui il conduttore è giovane e orientate ad affermare nuovi ruoli dell’Agricoltura, anche in campo sociale. L’attività didattica richiede una certa propensione all’innovazione aziendale e alla comunicazione con il pubblico: è naturale perciò che siano gli imprenditori più giovani e innovativi quelli che meglio colgono le opportunità (anche d’integrazione al reddito).
4) Quali difficoltà avete incontrato ad introdurre la multimedialità nell’impresa agricola? Avete riscontri positivi nell’apprendimento dei ragazzi?
In realtà gli agricoltori delle Fattorie Didattiche sono preparati anche nell’utilizzo dei mezzi tecnologici. I ragazzi vanno nelle Fattorie per avere un contatto caldo ed emozionale con la natura, mentre sono già esperti di informatica e tecnologia. Offrire loro entrambe le possibilità di conoscenza del mondo agricolo ci è sembrato il modo migliore per comunicare con loro. La tecnologia può diventare uno strumento complementare oppure un mezzo per arrivare alle Fattorie, dove l’approccio è diretto ed esperienziale e utile a conoscere dal vivo la campagna, la cultura e le tradizioni del territorio.
5) Ci sono novità in futuro?
Il futuro per Milano e la Lombadia è l’EXPO 2015, che ha come tema “Nutrire il pianeta: energia per la vita”. Le Fattorie Didattiche avranno sicuramente un ruolo importante nell’ospitalità e nel far conoscere qual è il rapporto Campagna-città.
Nel ringraziare la dott.ssa Besana sugli scenari illustratici, ho la chiara percezione che i ragazzi al ritorno dalla visita, nell’apposita aula didattica aziendale, magari dopo una sana merenda, vivranno la gara con “il piccolo agricoltore” come una formazione molto partecipata.