La normativa europea inerente la privacy su Internet e attualmente in vigore, risale al 1995, anno in cui il web era prevalentemente statico e ancora non si parlava di web 2.0, né tantomeno di social network.
Il Commissario europeo Viviane Reding, in occasione della giornata europea per la protezione dei dati, è intervenuta sulla questione, precisando di avere intenzione di adeguare la normativa ai nuovi sistemi di comunicazione e di condivisione delle informazioni.
In questo contesto si inserisce la necessità, ancor più motivata, di garantire la privacy dei minori che affidano ai social network i loro dati e le loro foto. L’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e della Carta dei diritti fondamentali, secondo il commissario Ue, hanno creato una nuova base legale sulla quale è ora possibile e necessario creare un “chiaro e moderno” pacchetto di norme per assicurare un alto livello di protezione dei dati personali.
«Le regole Ue – ha osservato Viviane Reding – devono garantire a tutti la consapevolezza del loro diritto a conoscere quando i dati personali possono essere utilizzati legalmente e la possibilità di dire “no” quando essi lo desiderino. Tutto ciò indipendentemente dal fatto che le informazioni personali siano state messe in rete per comprare un biglietto aereo, operare on-line sul proprio conto corrente bancario o semplicemente navigare sulla rete».
L’attività di “social networking” è un fenomeno che oggi interessa nel complesso oltre 41 milioni di cittadini europei destinati a diventare più di 100 entro il 2012. Lo scorso anno la Commissione europea, proprio per promuovere la tutela dei dati personali, ha siglato una serie di accordi con i quali le principali società operanti su Internet si sono impegnate, su base volontaria, a intervenire per garantire la privacy dei minori.
L’appuntamento è per il 9 febbraio prossimo, data in cui la Commissione europea, in occasione della celebrazione della settima giornata per Internet più sicura, farà un resoconto dell’attività svolta.