Pec gratuita: “Cittadini di Internet” perplessi

di Lorenzo Gennari

28 Gennaio 2010 16:30

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In attesa della conclusione della gara per l'assegnazione del servizio di erogazione della Pec, Massimo Penco, presidente dell'associazione "Cittadini di Internet", spiega le sue perplessità

Massimo Penco, presidente della Onlus “Cittadini di Internet“, nata nel 2008 con l’intento di dare il proprio contributo ad un utilizzo completo e sicuro del web, ha sempre avuto grossi dubbi sull’introduzione della Pec come sistema di comunicazione certificato tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino.

Oltre a mettere in dubbio che il servizio sia realmente gratuito per il cittadino, in quanto la gara non fa altro che assegnare al vincitore i 50 milioni di euro (di denaro pubblico) per realizzare la fornitura, Penco non è molto convinto dell’efficacia di un meccanismo, quello proposto e osannato dal ministro Brunetta, a suo dire troppo poco flessibile.

C’è poi la solita “guerra delle cifre“: il ministro Brunetta aveva annunciato l?attivazione di 30 milioni di caselle gratuite, mentre i risultati, secondo l’associazione, sarebbero stati di 20.000 caselle distribuite dall?Inps e di circa 10.000 distribuite dall?ACI.

La Pec, sottolinea Penco, non è obbligatoria e ha lo svantaggio, quando si tratti della casella “regalata” da uno degli enti designati dalla PA, di non essere idonea alla comunicazione certificata con qualunque altro soggetto non dotato di tale strumento e non appartenente alla Pubblica Amministrazione.

Per questo motivo, quella che Brunetta chiama per brevità “Pec” non è altro che il “servizio di comunicazione elettronica certificata tra pubblica amministrazione e cittadino (CEC-PAC)”, che è il vero oggetto di gara. Inoltre, l’associazione fondata da Penco, ha avviato un’indagine, tra i siti della PA, che ha portato alla conclusione dell’inadempienza diffusa circa l’obbligo di avere in home page, il proprio indirizzo di posta elettronica certificato.

Cittadini di Internet solleva dubbi anche sui rischi dell’istituzione del fascicolo elettronico personale del cittadino, uno spazio per la memorizzazione dei documenti scambiati di cui non potrebbe essere garantita l’immunità dalla violazione della privacy.

Dando per scontato che le intenzioni del ministro erano quelle di favorire la semplicità della comunicazione tra PA e cittadino, la trasparenza e lo snellimento della burocrazia, si spera che il servizio, una volta a regime, possa essere adeguato alle vere esigenze della popolazione.