In vista del quindicesimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni, in programma l’anno prossimo, l’Istat (Istituto nazionale di statistica) ha avviato un progetto pilota per testare, in termini di redemption, l’efficienza dei mezzi di raccolta dei dati.
In realtà l?istituto ha iniziato a lavorare con ben cinque anni di anticipo, effettuando, innanzi tutto, un?approfondita verifica delle criticità emerse nel 2001 (il censimento avviene ogni 10 anni), sulla base delle quali è stato possibile elaborare un progetto che avesse ben chiari gli obiettivi strategici: coerenza tra i dati anagrafici di struttura, meno fastidio per le famiglie e più tempestività nella diffusione dei risultati.
Punti fermi sulla base dei quali l?Istat ha formulato il progetto del prossimo censimento, che vede già coinvolti 31 Comuni italiani in una rilevazione pilota, cominciata ad ottobre del 2009 e che si concluderà a febbraio di quest’anno.
Il progetto servirà, a livello nazionale, a testare sul campo le innovazioni metodologiche e le tecniche messe a punto dall’Istat per migliorare le complesse operazioni del censimento e per affrontare il prossimo in modo più funzionale. Inoltre, tale attività si tradurrà in una migliore erogazione di servizi, in una migliore organizzazione interna e in una politica fiscale che prevede trasferimenti mirati di risorse dal governo centrale.
Tra i canali di restituzione, il tasso di compilazione e trasmissione dei questionari tramite Internet predisposto dall’Istat è risultato, leggendo i dati finora disponibili, ancora molto basso. Questo riscontro costituirà prevedibilmente un elemento da rivalutare da parte dell’Istat che, nella fase progettuale dell’indagine, lo aveva individuato come canale privilegiato, ritenendolo il mezzo più sicuro, comodo, rapido e meno costoso.
La consegna al rilevatore, che ha costituito il tradizionale e unico metodo di raccolta dei questionari nei precedenti censimenti, nel 2011 potrebbe, tristemente, avere ancora un ruolo importante.