I numeri dell’information technology italiana pongono il nostro paese al secondo posto in Europa per quantità di imprese e addetti. I dati emersi dal primo rapporto Assinform sull’IT descrivono una situazione più che gratificante per le 97 mila imprese e i 390 mila addetti di tale comparto italiano.
«Dal nostro studio ? afferma Ennio Lucarelli, presidente di Assinform – risulta come la tecnologia dell’informazione sia la spina dorsale dell’innovazione tecnologica in Italia, per dimensione e valore aggiunto superiore a molti settori del Made in Italy, come l?auto, la chimica, l?industria del legno e dei mobili, degli elettrodomestici il tessile e la moda, l?editoria, il trasporto aereo.»
Lo stesso Lucarelli però annuncia che le stime di Assinform indicano che l’IT entrerà in recessione nell’arco dell’anno, con un calo delle attività di -5,9 per cento, dovuta alla contrazione dei budget aziendali. Per questo motivo, durante il convegno di presentazione del rapporto, il presidente di Assinform ha dichiarato che si aspetta che il Governo, nelle prossime misure per il rilancio dell’economia, vari il Progetto Informatica nell’ambito di Industria 2015, «passaggio fondamentale per sostenere l?IT, vero motore dell?innovazione nel Paese», ha aggiunto.
«Nel confronto europeo l’IT italiano è secondo solo al Regno Unito che è il paese europeo più sviluppato nel settore informatico, ma supera sia la Francia che la Germania. Non è un risultato da poco – sottolinea Lucarelli – tanto più per un paese come il nostro dove la crescita della cultura digitale è in serio ritardo, si investe poco in innovazione e ricerca, vi sono forti arretratezze del sistema formativo in campo scientifico e un basso livello di collaborazione fra Università e mondo delle imprese».
Il vero motore sono le aziende medie che competono a livello europeo e i poli di sviluppo di Roma e Milano che lavorano su standard internazionali. La criticità sta nel fatto che il 94 per cento di piccole imprese ha bassi margini operativi, – 5,1 miliardi a saldo della bilancia commerciale. La tendenza italiana, in linea con quella europea, è quella di avere la maggioranza di attività concentrate nella produzione di software, contro il 3,6 per cento di hardware e 4 per cento di assistenza tecnica. Il nucleo delle 40 medie imprese italiane di produzione di hardware, con un fatturato di oltre 1.500 milioni di euro (dati 2006), si colloca al primo posto in Europa, superando i 1.300 milioni di euro generati dalle 46 medie imprese inglesi e lasciandosi molto dietro gli altri paesi.
In Lombardia e Lazio si concentra il 38,5 per cento delle imprese e il 42 per cento degli addetti al settore sul totale nazionale. In particolare la Lombardia con 11,2 miliardi di euro di fatturato si colloca al primo posto fra le regioni italiane, coprendo il 27 per cento del fatturato IT nazionale. Roma, tuttavia, presenta insediamenti produttivi mediamente più grandi rispetto al dato nazionale, con una media di 5,9 addetti per imprese, in linea, quindi, con la media europea (UE a 15) che è di 6 addetti per impresa; mentre Milano scende a 5,1 addetti per impresa, un dato comunque più elevato della media nazionale del settore che è di 4 addetti per impresa.