Presentato lo scorso 29 gennaio Linea amica a Palazzo Vidoni dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte, oltre al Presidente del Formez Carlo Flamment, alcuni dei più autorevoli responsabili di enti pubblici: il Presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, il Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, il Presidente dell’Inpdap Paolo Crescimbeni, il Presidente dell’Inail Marco Fabio Sartori, il Vicepresidente dell’Anci Osvaldo Napoli. Era inoltre presente il Presidente dell’Autorità Garante della Privacy Francesco Pizzetti.
«Abbiamo pensato di mettere in rete ? ha spiegato il Ministro Brunetta ? tutti gli URP della Pubblica Amministrazione centrale e periferica italiana, Regioni, Province, Comuni. Il totale delle telefonate che arrivano agli URP sono circa 500 mila al giorno. Noi vogliamo conoscere il grado di soddisfazione e le domande di tutti questi cittadini». “Linea Amica” prenderà le segnalazioni dei cittadini, conducendoli fino alla conclusione del problema rilevato o alla denuncia delle pubbliche amministrazioni che non hanno risposto alle loro richieste. Al servizio, che si avvia a diventare il grande call center della PA italiana, attivato dal Formez, hanno già aderito ANCI, UPI, INPS/INAIL, INPDAP, alcuni ministeri e regioni che hanno firmato protocolli di intesa con il Ministero per la PA e l’Innovazione, altri 120 sono in fase di definizione.
La PA, tramite il call center, cerca ancora una volta di mettere al centro della sua azione amministrativa l’interesse dei propri utenti. Con la nascita del contact service, la PA ha permesso infatti al pubblico di comunicare con la macchina burocratica e di far sentire i cittadini protagonisti delle scelte adottate. Gli italiani possono telefonare al numero di “Linea Amica”: «Se il cittadino chiede qualcosa ? ha dichiarato il Ministro Brunetta – circa la Pubblica Amministrazione, viene preso in carico e smistato alle amministrazioni competenti». Il cittadino, ha assicurato il Ministro, «non verrà lasciato più solo». Una volta smistato agli uffici competenti sarà poi richiamato per sapere se il problema è stato risolto e, se così non fosse, l’URP ricomincerà a chiamare l’amministrazione e chiederà il motivo per cui la pratica non è stata chiusa.</p