Un’adeguata formazione informatica permetterebbe di guadagnare il triplo. E’ questa l’evidenza principale emersa nel convegno di presentazione dello studio condotto da AICA, Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico in collaborazione con la Scuola di Direzione Aziendale “Bocconi”.
L’indagine, dal titolo “L’ignoranza informatica: il costo nella Pubblica Amministrazione Centrale? è stato il tema centrale dell’incontro tenutosi oggi a Roma presso la Ragioneria Generale dello Stato sotto il patrocinio dal CNIPA e del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione.
Non solo aspetti negativi, ma anche constatazioni di eccellenza, come nel caso dei servizi di e-government alle imprese forniti dalla PA Centrale italiana che sono tra i più avanzati in Europa.
In effetti, facendo riferimento alle Pubbliche Amministrazioni degli altri paesi guida europei, quella italiana non è poi così arretrata, ma il freno che subisce ad opera della scarsa preparazione all’uso degli strumenti informatici e di Internet fa riflettere sulle sue potenzialità.
Tale impreparazione, stando ai dati dello studio AICA, costerebbe al Paese circa 280 milioni di euro ogni anno. Le lacune da colmare inoltre sarebbero relative alla formazione di base e quindi basterebbero interventi a basso costo per ridurre tale importo che verrebbero ripagati in termini di produttività sul lavoro, ovvero in vantaggi complessivi pari a circa 835 milioni per l’intero settore.
I ricercatori hanno addirittura misurato con un test gli effetti della formazione sulla produttività, ottenendo risultati sorprendenti. Gli impiegati sottoposti al test prima e dopo la formazione (Patente Europea del Computer – ECDL) hanno fatto registrare non solo un incremento delle conoscenze del PC del 29%, ma anche e soprattutto una riduzione media del 5% del tempo necessario per svolgere le rispettive mansioni, pari a ben 6 giorni all’anno.