Per presentare l’Urban Center virtuale di Genova in modo efficace si potrebbe partire citando Calvino: «D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda». La domanda è concreta e immediata: quali sono gli strumenti adottati dal capoluogo ligure per stimolare la partecipazione dei cittadini alle proprie trasformazioni urbanistiche? La risposta (non l’unica ovvio) è la sigla UC5, che si traduce con Urban Center 5, un’agorà virtuale dove scoprire a colpi di mouse come cambia, evolve e si prepara al futuro una città che, per fare tutto questo, conta anche sul contributo dei propri abitanti.
La scelta di realizzare sul Web un Urban Center, nella prospettiva di realizzare come seconda tappa un Urban Center Reale nella loggia di Piazza Banchi, si inserisce nel quadro di iniziative ormai consolidate in Italia, in Europa e nel mondo. Così, per citare solo alcuni esempi, abbiamo la Casa Città di Trento, gli Urban Center di Biella, Bologna, Milano, Pesaro, Torino, Venezia, Parigi, Barcellona, per passare poi al Pratt Center di New York. Senza alcun dubbio, gli Urban Center, sono i luoghi per eccellenza della partecipazione, e, dopo le prime esperienze pionieristiche, si sono evoluti diventando “piazze strategiche” in cui le trasformazioni urbanistiche non solo vengono mostrate e discusse, ma dove la trasformazione urbana viene elaborata, negoziata e alimentata.
Co-finanziato dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie nell’ambito dell’Avviso per la selezione di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale (e-democracy) dell’aprile 2004, il progetto UC5 si inserisce nel quadro delle iniziative realizzate dalla città di Genova grazie ai finanziamenti ricevuti con il programma Comunitario Urban I e Urban II. L’iniziativa, lanciata dalla Commissione Europea nel 1994, ha reso disponibili 900 milioni di euro per i quartieri in crisi, con l’obiettivo di affrontare il problema della povertà e dell’esclusione attraverso azioni condotte sia sul piano socioeconomico sia su quello del miglioramento dell’ambiente fisico, sia su quello della comunicazione e informazione mediante l’uso delle nuove tecnologie.
Urban I, nel periodo 1994-1999, ha sostenuto programmi in 118 città, di cui 14 in Italia, migliorando così la qualità della vita di 3 milioni di europei. Successivamente con Urban II la Commissione Europea, nel successivo periodo di programmazione, dal 2000 al 2006, ha finanziato altre 70 aree urbane degradate. Mentre Urban 1 era rivolto a città di grandi dimensioni (oltre 100 mila abitanti), Urban 2 è stato indirizzato anche alle città di medie dimensioni. Genova è stata l’unica città italiana a usufruire di entrambi i finanziamenti.