Servizi pubblici online: a che punto siamo?

di Alessia Valentini

4 Settembre 2008 09:00

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La Pubblica Amministrazione italiana intende modernizzarsi nei servizi che offre al cittadino. Vediamo il nostro Paese in che posiziona si colloca per il livello di innovazione

Tutti rientrano fra i macro obiettivi della strategia nazionale di e-government ma in particolare, i primi due riguardano lo sviluppo di servizi innovativi al cittadino e alle imprese dal terzo al quinto sono indirizzati al il miglioramento della PA e infine dal sesto al decimo sono orientati all’innovazione delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni.
A questo punto la domanda appare lecita: dopo tutte le pianificazioni e le strategie, cosa c’è davvero in campo? Quali servizi sono già online e quanto della PA può davvero dirsi “digitalizzata”?

Studio di comparazione Italia VS Europa

La risposta prova a darla il 7° rilevamento nazionale effettuato dalla società Capgemini per conto della Commissione Europea sull’erogazione di servizi pubblici online non solo sul territorio Italiano, ma su tutto il territorio Europeo. Due gli indicatori fondamentali presi in considerazione:

  1. il livello di sofisticazione nell’erogazione dei servizi publici;
  2. il livello di disponibilità completa online dei servizi offerti.

I livelli misurati vanno a da 1 a 5 dove:

  • livello 1: le informazioni sono solo disponibili online ma non è prevista interazione. La percentuale associata a questo livello è minore del 20%, intesa come percentuale di disponibilità del servizio online;
  • livello 2: l’interazione consentita è solo monodirezionale, ad es. la scaricabilità dei moduli. Qui la percentuale è compresa fra 20% e 40%;
  • livello 3: l’interazione è bidimensionale, ad es. sono disponibili moduli elettronici compilabili online. La percentuale prevista per questi servizi va dal 40% al 60%;
  • livello 4: è consentita la transazionalità, cioè la gestione della pratica completamente online. La percentuale prevista è tra il 60% e l’80%;
  • livello 5: è prevista la personalizzazione dei servizi e l’erogazione proattiva dei servizi, ad es. precompilazione dei moduli sulla base di DB pubblici, sia automazione dei servizi, ossia il cittadino senza fare richiesta si vede erogare automaticamente un servizio ad esempio perché ne ha diritto. In questo caso la percentuale va da 80% al 100% perchè il servizio è completamente disponibile online al cittadino o impresa.

Sono stati inoltre valutati i servizi online secondo il criterio della centralità dell’utente (anche questa valutata su 5 livelli) analizzando 4 parametri:

  1. sicurezza dei dati (viene misurato il sistema di identificazione elettronica dell’utente vincolante ai fini legali);
  2. riduzione degli oneri amministrativi (riguarda la facilità di immissione dati o le caratteristiche di precompilazione dei moduli);
  3. accesso multicanale (verifica la disponibilità del servizio su canali diversi dal Web ad esempio un call center, la tv o il cellulare);
  4. conformità agli standard di accessibilità;

Infine sono stati esaminati alcuni portali nazionali come specchio di valutazione di servizi online su un paniere totale di 20 servizi pubblici basilari per i cittadini o per le imprese. L’italia nel risultato complessivo di sofisticazione dei servizi online si piazza 16ma con un livello del 79%, però è 11ma nella classifica della disponibilità completa online di alcuni servizi con un punteggio pari al 70% (da 58% del 6 rilevamento n.d.r.) cioè 4 servizi su 9 sono classificati al livello 5 di sofisticazione. Il risultato è maggiore della media Europea che presenta un valore medio di maturità complessiva di sofisticazione pari al 76% mentre mediamente la disponibilità completa di servizi nella UE è solo al 50%.