Il Dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite ha realizzato un rapporto in cui è stilata una classifica mondiale delle politiche di E-Government. La classifica, oltre a rilevare la condizione più strettamente tecnologica, tiene conto anche del livello di soddisfazione dei cittadini.
Per quanto riguarda l’Italia, la situazione è assai poco brillante: l’Europa, nel suo insieme, è ai primi posti della classifica ed ha una tendenza al miglioramento, mentre per l’Italia la tendenza è inversa. Il rapporto calcola per ogni paese un indice di e-government, che va da 0 ad 1: il nostro indice è dello 0,6680. Poco più della sufficienza.
Nella disponibilità delle risorse per i cittadini (consultazioni elettroniche, informazioni fornite tramite internet, transazioni economiche, formazione a distanza, etc.), ci situiamo al 27° posto a fronte del 25° del rapporto 2005, mentre nello stesso periodo la Spagna è passata dal 39° al 20°.
Sicuramente si può pensare che la Spagna sta avendo un momento di crescita tecnologica e che questo sia normale, ma l’indice non misura la quantità di risorse investite né la crescita delle infrastrutture. Cosa misura allora questo indice? La spiegazione la troviamo nell’allegato 2 di questo corposo rapporto di oltre 246 pagine.
Vengono presi in considerazione due fattori: l’indice delle infrastrutture per le telecomunicazioni e l’assetto delle risorse istituzionali sul Web. L’indice delle infrastrutture è composto da una media ponderata di 5 indici primari:
- PC Index, ovvero il numero di PC per 100 persone
- Internet Index, il numero di utenti Internet per 100 persone
- Telephone Lines Index, il numero di linee telefoniche per 100 persone
- Mobile Subscribers Index, il numero di cellulari per 100 persone
- Broadband Index, il numero di accessi a banda larga per 100 persone