Una delle critiche più spesso rivolte al nostro sistema scolastico è quella di non comunicare e di non adeguarsi alle odierne esigenze di interattività e d’innovazione, ma qualcosa viene fatto. In particolare, è da citare l’impegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a favore degli allievi a rischio di dispersione, che è oggi al quarto anno di attività del progetto HSH@Network, dove S sta per “school” e le due H rispettivamente per “hospital” e “home”. Attraverso l’uso delle tecnologie, questo programma fornisce supporto agli studenti lungodegenti negli ospedali italiani e a forme di istruzione domiciliare.
L’utenza è di circa 4500 ragazzi iscritti ai vari ordini di scuole da quelle per l’infanzia alle secondarie superiori, affetti da patologie onco-ematologiche e croniche invalidanti o da alcuni traumi acuti che richiedono degenze lunghe. Si mira a garantire il collegamento degli alunni con le classi cui appartengono per dare continuità all’apprendimento, per aumentare la motivazione allo studio e per migliorare la stessa qualità della vita di queste persone. A tal fine il MIUR si è accordato con IBM per la cessione in comodato d’uso gratuito di un buon numero di portatili e per l’assistenza tecnologica alle scuole polo del progetto, che utilizza sistema operativo Windows XP, suite di Office Automation, antivirus e software per gestione modem della multinazionale.
La cooperazione fra enti pubblici
HSH@Network è cofinanziato al 40% dal Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e al 60% dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e ha preso l’avvio sotto i dicasteri Moratti e Stanca. Per quanto riguarda il Ministero della Salute, il suo coinvolgimento si basa su un documento sottoscritto dal Ministro Moratti e dal Ministro Sirchia il 24 ottobre 2003. Si tratta di un protocollo d’intesa con durata triennale rinnovabile per la “Tutela del diritto alla salute e allo studio dei cittadini di minore età, affetti da gravi patologie, attraverso il servizio di Istruzione Domiciliare”.