La dura vita di Italia.it

di Andrea Spiezia

21 Gennaio 2008 09:00

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Il portale del turismo italiano, nato per essere un punto di riferimento internazionale per il Bel Paese, è stato oggetto di interminabili critiche: è costato troppo, è pieno di errori, deve essere chiuso. Ecco tutta la verità

22 Settembre 2007. La relazione dell’Avvocatura dello Stato prende le mosse dalla Relazione Finale della Commissione d’Indagine, là dove questa individua le cause del «fallimento del progetto di predisposizione in tempi brevi di una piattaforma ed utilizzabile da parte del pubblico in vista delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, nella genericità delle previsioni del capitolato d’appalto e nell’assenza di una struttura collaborativa tra fornitore e stazione appaltante; imputa questa insufficienza a Innovazione Italia S.p.A. che ha predisposto bando di gara e capitolato “senza tener conto dei suggerimenti del CNIPA».

24 Ottobre 2007. Rutelli davanti alla X Commissione Attività Produttive della Camera, invoca la chiusura del portale. «La realtà che debbo constatare al termine di questa lunghissima esplorazione, condotta con grande senso di responsabilità, cercando di contribuire costruttivamente alla gestibilità ed efficacia del portale Italia.it, è che la natura della piattaforma, l’impostazione tecnologica e anche il grande ritardo nella fornitura dei dati da parte di coloro che dovevano fornirli mi ha spinto – perdonatemi se uso un termine calcistico – al triplice fischio che ha sancito la fine. Dopo aver sollecitato il Ministero per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione ad una verifica ulteriore che ha portato ad un’indagine e dopo aver proposto una serie di modalità collaborative, esperiti tutti i tentativi possibili, ho trasmesso gli esiti di tutta l’ attività amministrativa alla Procura della Corte dei conti, trattandosi di risorse pubbliche».

28 Novembre 2007. Rutelli nel suo intervento datato 28/11/2007 alla 10ª Commissione Permanente Industria, commercio, turismo del Senato ribadisce quanto detto alla Commissione Attività Produttive della Camera. In tale sede il senatore Lucio Stanca, ed ex Ministro oltre che ex amministratore delegato di Ibm Italia, l’azienda che vinse la gara per costruire il Portale Italia, afferma che «se il Governo è incapace di realizzare un portale italiano del turismo all’altezza di un Paese come il nostro, è meglio lasciar perdere».

Il senatore Stanca ha posto al Ministro una serie di domande quali: «perché in questo tempo è stato fatto poco o niente dal Governo per continuare la realizzazione del progetto? Perché, pur essendo i fondi e gli strumenti disponibili, non è stata portata a termine alcuna collaborazione con le Regioni per sviluppare i contenuti digitali? Quale è la reale decisione del Governo, tra le tante dichiarazioni fatte, circa il futuro del Portale?».

La speranza è quella di avere presto una vetrina virtuale sul web degna dell’immenso patrimonio artistico e culturale del nostro Paese.