Gli insegnanti britannici non tengono in dovuto conto la sicurezza dei dati dei propri alunni: lo dimostrerebbe uno studio condotto da una ditta specializzata in informatica per le scuole, l’inglese RM, su 933 istituti scolastici del Regno Unito.
Secondo la ricerca, infatti, almeno la metà dei maestri e professori intervistati avrebbero dichiarato di utilizzare supporti removibili come cd e memorie USB per registrare i dati dei propri alunni, ma solo l’1% di questi utilizzerebbe sistemi di criptazione per salvaguardare i dati da furti e smarrimenti.
Dati che sembrano confermare la difficoltà dell’Inghilterra nel gestire le informazioni sensibili dei propri cittadini, e nel prevenire possibili fughe di dati come quella avvenuta poco più di un mese fa.
La colpa, secondo RM, sarebbe da attribuire alla mancanza di attenzione da parte degli stessi istituti, che permetterebbero ai propri dipendenti di trasportare fuori dalle scuole le varie informazioni, con tutti i pericoli che ne conseguirebbero: «Le scuole dovrebbero agire con le migliori intenzioni per preservare le informazioni degli studenti e garantirne l’aggiornamento, ma rischiano di trasgredire le leggi sulla protezione dei dati permettendo azioni così rischiose».
Ma gli estensori della ricerca puntano il dito anche contro il Governo britannico, colpevole di una mancanza di fermezza sull’argomento: «il Data Protection Act non è abbastanza chiaro riguardo a questo problema, e così le scuole si trovano a dover interpretare la legge, prendendo ognuna decisioni differenti».