Tempo di bilanci per l’e-Government italiano. Il rapporto Assinform sul mercato dell’ICT nel primo semestre del 2007 parla chiaro: la quota dei servizi online sul totale dei servizi offerti dalla PA ai cittadini passa dal 53% del 2004, al 58% del 2006. Per quanto riguarda invece la seconda metà dell’anno appena conclusosi, le previsioni elaborate da Eurostat, vedono probabile un valore del 70%.
A fronte di questa disponibilità crescente, il grado di utilizzo di questi servizi da parte dei cittadini è ancora piuttosto scarso e con livelli di interattività molto bassi. L’agenzia delle entrate, una realtà molto attiva nel campo delle ICT tra le PA, ha addirittura lanciato una campagna pubblicitaria sui propri servizi online, puntando tutto sulla comparazione con i metodi tradizionali attraverso lo slogan “prova a scegliere”. L’Amministrazione fiscale intende così rafforzare il dialogo con i cittadini sperando di diffondere la conoscenza dei servizi telematici appositamente studiati dall’Agenzia.
In effetti i servizi offerti dal sito sono pressoché tutti quelli che in passato hanno previsto lunghe file negli uffici locali e vanno dall’invio di dichiarazioni alla possibilità di effettuare versamenti, di richiedere rimborsi o registrare contratti. Il vantaggio, oltre che per i contribuenti è ovviamente anche per il fisco che riuscirà in questo modo a ridurre il quantitativo di documenti cartacei, i costi di acquisizioni dei dati e dell’affluenza ai front-office.
Se non bastasse, il veicolo pubblicitario scelto è stato quello dei manifesti sugli autobus delle grandi città proprio perché rispondesse ai criteri di efficacia, impatto, capillarità ed economicità attraverso il contatto con un pubblico vasto ed eterogeneo. Una goccia nel mare considerando che in generale, le singole pubbliche amministrazioni a fatica promuovono e comunicano l’utilità di questi servizi, educando i cittadini a farne uso.