La colpa della sempre maggiore diffusione di spam, virus, phishing e truffe on-line? È dei governi, a cui mancano le conoscenze necessarie per sapere con cosa hanno a che fare e come combatterlo.
A dirlo è un’analisi condotta da un istituto di ricerca canadese, International Perspective, dedicato proprio ai problemi dei cybercrimini e ai possibili modi per prevenirne l’esistenza.
Per International Perspective, infatti, «è difficile per la persona media avere un’idea di cosa si tratti, e quel “cyber” a inizio parola fa immaginaree semplicemente qualche nuovo tipo di crimine».
Un’ignoranza che causa la mancanza di azioni efficaci da parte dei governi per contrastare queste nuove forme di truffe on-line, anche solo a un livello di pubblica informazione sull’argomento.
La soluzione? Si potrebbe cominciare con un’adeguata campagna informativa, una sorta di “Pubblicità Progresso” per informare la popolazione dei rischi che è possibile correre in Rete, e su come evitare di rimanerne vittima.
Ma, secondo l’istituto di ricerca, forse bisognerebbe partire dalle fondamenta: «Se sei un amministratore, e negli ultimi 10 anni hai a malapena utilizzato un computer, combattere i cybercrimini può essere decisamente complicato».