L’idea era quella di obbligare tutti i contribuenti a presentare la propria dichiarazione dei redditi direttamente on-line, impedendo la consegna presso banche e uffici postali come accaduto finora. Ma la proposta di Padoa-Schioppa è stata bocciata: tutto come prima.
Il no è arrivato dalla sezione atti normativi del Consiglio di Stato, che ha analizzato lo schema di regolamento ministeriale redatto dai tecnici del Ministero dell’Economia. Con un giudizio definitivo: «L’effetto, ancorché non voluto sarebbe stato quello di allontanare e non di ravvicinare il cittadino con le istituzioni».
A far propendere per lo stop sarebbe stata l’eccessiva fretta con cui l’obbligo è stato introdotto dal ministero, quando invece questo doveva essere raggiunto «attraverso tappe successive e con l’utilizzo di strumenti premiali o di incentivi per rendere sempre più ampia la platea di quanti utilizzano il mezzo telematico».
Secondo il Consiglio di Stato, insomma, i tempi non sono ancora maturi per un utilizzo massiccio dei mezzi telematici e dell’e-Government, che rischierebbe di complicare la vita a una fetta della popolazione italiana. Ora Padoa-Schioppa dovrà correre ai ripari, e tenere in considerazione le critiche del consiglio nel caso in cui volesse riproporre questa riforma.