Dopo l’approvazione del decreto di governo con le misure per l’abbattimento delle liste d’attesa e dello schema di disegno di legge per una revisione del meccanismo delle visite mediche nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, con una maggiore integrazione con il settore della privato, mi riaccende il dibattito in materia.
Secondo il presidente dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), Rocco Bellantone, la riforma dell SSN è fondamentale e necessaria.
Per Bellantone va rinnovato il patto ospedale-territorio, facendo dialogare due entità che ancora non si parlano tra loro. Anche per questo, in effetti, il Governo ha annunciato l’avvio del progetto di CUP unico regionale e infra-regionale.
Anche le strutture private sono coinvolte nel raggiungimento dell’obiettivo comune di ridurre le attese fornendo prestazioni con ticket anche tramite centri privati, convenzionati. Un aspetto che necessita un potenziamento del sistema di accreditamento o un suo superamento.
Sotto la lente anche le retribuzioni di infermieri e medici, che con le novità annunciate dal Governo diventano sempre più chuamati in causa.
Un meccanismo di tassazione agevolata dovrebbe incentivare il loro lavoro aggiuntivo, che è previsto dalla riforma in via di attuazione e che per la prima volta vede anche l’obbligo di limitare le visite intramoenia a beneficio delle visite pubbliche, con lo scorrimento delle liste d’attesa che guadagna priorità, soprattutto nei casi in cui ci sono pazienti inseriti in percorsi terapeutici.
Di fondo, c’è un malcontento palpabile nelle strutture pubbliche. Lo scorso aprile i sindacati di base hanno ad esempio scioperato per chiedere il rispetto degli impegni sul personale e la protezione dell’indipendenza proprio dell’ISS, oggetto della proposta di riforma avanzata dal presidente Bellantone: non rispetterrebbe le peculiarità dell’ente.
Sotto la lente anche la mancata stabilizzazione dei precari e dei collaboratori “storici”. Il personale dell’Istituto, altamente specializzato, inoltre, è tuttavia fermo nelle progressioni di carriera.
La riforma, infine, prevede la creazione di un nuovo livello di dirigenti che rischia di rivelarsi troppo costoso e di ostacolo per la libertà di ricerca, che di fatto si starebbe traducendo in un forte impoverimento della capacità scientifica dell’ISS, presso cui da troppi anni non si fanno più scoperte significative.
Anche la commistione tra pubblico e privato nello svolgimento dell’attività, rappresentata dallo stesso Bellantone, viene infine vista come una novità poco felice da parte del personale storia dell’Istituto Superiore di Sanità. Eppure proprio su questo aspetto si basa la riforma del Governo Meloni, che punta sempre di più agli aspetti pratici rispetto a quelli scientifici e di ricerca della Sanità, pubblica e privata.