La Pubblica Amministrazione spende fino al 22% in più in costi occulti durante le procedure per gli acquisti inferiori a 5mila euro, adottando prassi inadeguate ed eccessivamente dispendiose in termini di tempo e risorse.
Secondo lo studio di Nomisma, commissionato da Amazon Business e realizzato con l’obiettivo di individuare modalità e prassi di funzionamento del sistema di procurement da parte degli Enti della PA, le attuali prassi di acquisto diretto fanno in modo che un bene del valore di 50 euro possa essere pagato fino a 80 euro.
Questi costi occulti incrementano inevitabilmente la spesa pubblica rispetto al valore del bene acquistato.
Le procedure di acquisto utilizzate, sebbene semplificate, necessitano di numerosi passaggi decisionali ed autorizzativi che impegnano un numero rilevante di ore e di risorse umane, necessarie anche per la ricerca di fornitori, la selezione delle offerte e la gestione dei pagamenti.
A rappresentare un altro fattore critico, inoltre, è l’impossibilità da parte della PA di utilizzare la carta di credito come strumento di pagamento, impedendo l’utilizzo delle piattaforme di e-commerce.
Sempre secondo l’indagine, mentre i piccoli Comuni utilizzino poco l’e-procurement preferendo ricorrere ai fornitori locali, gli Enti come Università e istituti scolastici adottano generalmente le piattaforme elettroniche di acquisto.