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Riforma Pensioni: al vaglio sconti per le donne

di Teresa Barone

Pubblicato 21 Febbraio 2023
Aggiornato 15 Marzo 2023 12:25

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Novità in arrivo per le forme pensionistiche riservate alle donne da inserire nella riforma delle pensioni al vaglio del Governo.

La nuova riforma delle pensioni potrebbe introdurre novità importanti per le donne, come emerso nel corso dell’ultima riunione del tavolo tecnico convocato dal Ministero del Lavoro nei giorni scorsi, che ha visto protagonisti il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e i sindacati.

Tra le prime formule allo studio, c’è quello di introdurre misure agevolative permanenti.

Sconti sulla pensione delle donne

In primis si valuta quella che permetterebbe alle donne potrebbero di andare in pensione in anticipo di 4 mesi per ogni figlio, rispettando il massimo di un anno. Questa novità potrebbe riguardare tutte le forme pensionistiche riservate alla platea femminile.

Con la riforma della previdenza, in pratica, potrebbe diventare strutturale la previsione di uno sconto contributivo per tutte le forme pensionistiche, replicando quanto previsto dalla Riforma Dini (articolo 1, co. 40 della legge n. 335/1995) per le lavoratrici senza versamenti al 1° gennaio 1996, oppure con esercizio di opzione di passaggio al calcolo contributivo o ancora con il computo nella gestione separata, che in tutti i casi comporta un importo della pensione calcolato per intero con il sistema contributivo.

Per le lavoratrici nel sistema misto si valuta uno stanziamento annuo, in base alle anticipazioni pari a 700 milioni di euro per il aoo di decorrenza della riforma pensioni.

In alternativa a questo sconto, si potrebbe optare per un incremento dell’assegno pensionistico applicando un coefficiente di trasformazione più alto, ossia quello corrispondente ad un annualità in più in presenza di uno o due figli o di due anni in presenza di più di due figli.

Il nodo Opzione Donna

Per quanto riguarda Opzione Donna, si cerca una via per tornare indietro rispetto alle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2023.A conferma dell’impegno preso dal Ministero del Lavoro c’è un tavolo paerto su questa specifica misura con le parti interessate e, in un’intervista a Libero, il Ministro Calderone ha dichiarato di aver proposto di finanziare in parte con fondi del Ministero la proroga di Opzione Donna.

Il problema di fondo è in realtà il taglio drastico apportato dalla Manovra, che ha limitato l’accesso allo strumento per una ristretta platea di possibili beneficiarie. Oltre all’accesso con almeno 60 anni e 35 anni di contributi maturati al 31 dicembre 2022 (con la possibilità di ridurre il requisito dell’età anagrafica di un anno per ogni figlio, nel limite di due anni), ad oggi la flessibilità in uscita è concessa solo:

  • a chi presta assistenza a un parente disabile da almeno 6 mesi;
  • per chi ha una disabilità al 74%;
  • alle lavoratrici licenziate o dipendenti da aziende in crisi (con requisito anagrafico di 58 anni).