I cinque referendum sulla Giustizia hanno registrato la partecipazione più bassa della storia della Repubblica, l’affluenza alle urne non ha raggiunto il 21%. Tendenzialmente, quasi tutti gli elettori che sono andati ai seggi hanno votato per tutti i quesiti (il dato sull’affluenza oscilla fra il 20,94 e il 20,92%). La maggioranza dei voti espressi è a favore dei sì per tutti e cinque i referendum, anche se qui ci sono differenze più marcate fra i diversi quesiti.
Vediamo i risultati nel dettaglio, segnalando che per quando riguarda la tornata amministrativa lo spoglio è ancora in corso, i risultati definitivi si conosceranno martedì 14 giugno.
L’affluenza alle urne è stata pari al 20,94% sull’abolizione legge Severino, al 20,93% per la riduzione delle fattispecie di custodia cautelare e la separazione delle funzioni dei magistrati, al 20,92% per quelli sull’elezione dei componenti togati del Csm, e sui membri laici dei consigli giudiziari.
I sì hanno registrato una percentuale più massiccia per il quesito sulla separazione delle carriere (forse il più complesso nella formulazione) e per i due referendum forse più tecnici (elezioni Csm e membri laici consigli giudiziari). Ecco il dettaglio nelle schede del ministero dell’Interno.
Più equilibrati i risultati dei due quesiti forse più generalisti, con rivolti più politici (per esempio, relativi a posizioni più o meno garantiste). Su legge Severino (candidabilità dei condannati in via definitiva) e limitazione della custodia cautelare per il pericolo di reiterazione del reato, i sì hanno prevalso, ma non hanno raggiunto il 60%. Anche qui, i risultati precisi: