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DL Reclutamento in CdM: assunzioni veloci nella PA

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 4 Giugno 2021
Aggiornato 9 Luglio 2021 14:58

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Il DL Reclutamento nel Consiglio dei Ministri del 4 giugno: assunzioni veloci e qualificate nella Pubblica Amministrazione per attuare le riforme del PNRR.

Il Decreto Reclutamento PA è stato approvato in Consiglio dei Ministri,  come decreto-legge recante “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della giustizia”, illustrato poi alla stampa dal Ministro Renato Brunetta. Il cuore del provvedimento sono le assunzioni veloci nella Pubblica Amministrazione per circa 22mila posti (con contratti a tempo determinato), come personale destinato allo svolgimento dei programmi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) alla base del Recovery Plan italiano (nei diversi enti interessati) e per la dare attuazione alla Riforma della Giustizia potenziando le risorse interne. Nel decreto, inoltre, sono previste corsie preferenziali per giovani e donne (in ottica di parità di genere e di generazione), procedure dei concorsi snelle e nuovi canali di selezione di professionisti qualificati. Dopo la cabina di regia presieduta dal Premier Draghi alla presenza dei ministri Orlando, Bonetti, Speranza, Patuanelli, Giorgetti, Franco e Brunetta, è finalmente arrivata la fumata bianca per il Dl Reclutamento, atteso la scorsa settimana assieme al Dl Semplificazioni ma poi slittato.

Le assunzioni previste

Sono previste assunzioni per rendere effettiva la governance del PNRR (che come da programma è in capo alle amministrazioni) e la Riforma della Giustizia (parimenti prevista dal Recovery Plan). Nel dettaglio:

  • 500 assunzioni a termine non dirigenziali per la gestione del PNRR (con ulteriori 300 unità selezionabili su graduatoria per motivate esigenze);
  • collaborazioni specialistiche a livello centrale e locale per le operazioni più complesse del PNRR;
  • 268 nuovi esperti per la transizione digitale articolati in sette squadre operative e dislocati sul territorio;
  • 67 unità eventualmente assunte, fino al 31 dicembre 2026, dall’Agenzia per l’Italia digitale;
  • fino a 16.500 assunzioni a potenziamento dell’Ufficio per il processo presso il Ministero della Giustizia, nel periodo 2021-2024, in due scaglioni, con contratto di 2 anni e 9 mesi per il primo e di 2 anni per il secondo.
  • fino ad ulteriori 326 unità per assicurare la definizione dei processi pendenti al 31 dicembre 2019, analogo reclutamento in due scaglioni.

Esclusivamente per il periodo di attuazione del PNRR e solo per le amministrazioni titolari di interventi, si raddoppiano le percentuali per l’attribuzione di incarichi dirigenziali a soggetti esterni e dirigenti di altre amministrazioni. Potranno essere superati i limiti di trattamento economico accessorio, secondo criteri e modalità da definire nei contratti collettivi nazionali di lavoro. Il decreto prevede una quota fino al 40% di posti nei concorsi pubblici a favore di chi abbia svolto incarichi sul PNRR maturando quindi esperienze qualificate, per evitare la dispersione delle competenze acquisite dopo il 2026. Sono anche previsti percorsi di mobilità verticale per valorizzare le competenze già sviluppate. Per i giovani, infine, è prevista la possibilità di stipulare contratti di apprendistato nella PA.

Modalità di reclutamento: concorsi veloci e Portale unico

Il cuore del Dl Reclutamento è la riforma delle procedure si selezione, con concorsi semplificati e digitalizzati da chiudersi in 100 giorni, nuove risorse per l’apprendistato e banche dati per individuare professionisti altamente qualificati tramite il portale unico sul modello Linkedin. Nel frattempo, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto legge 44/2021 (Decreto Covid), coordinato con la legge di conversione 76/2021, che all’articolo 10 contiene la riforma dei concorsi pubblici, che si basa su prove digitali e selezioni rapide e trasparenti. Entrata in vigore, si applica da subito ai prossimi concorsi, come il maxi Concorso Sud.

Le modalità di selezione variano a seconda della tipologia di reclutamento. Per la realizzazione del sistema di coordinamento, gestione, attuazione e monitoraggio del PNRR, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, sarà indetto un concorso pubblico per il reclutamento di 500 unità di personale non dirigenziale a tempo determinato (3 anni, rinnovabili fino al 2026), ripartite tra le amministrazioni centrali titolari degli interventi. Le graduatorie saranno oggetto di scorrimento, per motivate esigenze, fino a ulteriori 300 unità.  Per le attività di monitoraggio e rendicontazione, invece, la Ragioneria di Stato potrà utilizzare esperti di comprovata qualificazione professionale retribuiti fino a 50mila euro lordi annui per singolo incarico (massimo 250mila euro per l’anno 2021 e di 500mila per ciascuno degli anni 2022, 2023, 2024, 2025 e 2026). Le restanti amministrazioni potranno avvalersi di un analogo contingente entro il limite di spesa complessivo di 4 milioni per l’anno 2021 e 8 milioni per ciascuno degli anni a seguire fino al 2026.

  • Per i contratti a termine (36 mesi, rinnovabili fino al 31 dicembre 2026, in relazione al raggiungimento degli obiettivi del PNRR) si applica la riforma dei concorsi pubblici (DL44/2021) che prevede la valutazione dei titoli per le figure ad elevata specializzazione tecnica e la sola prova scritta digitale.
  • Per le alte specializzazioni – dottori di ricerca e persone con esperienze di almeno 2 anni in organizzazioni internazionali e dell’Unione europea – è prevista l’iscrizione in un apposito elenco sul “Portale del reclutamento”, a seguito di una procedura di selezione su valutazione dei titoli ed esame scritto. Le amministrazioni potranno procedere alle assunzioni in base alla graduatoria, mantenendo la facoltà di indire proprie procedure concorsuali.
  • Per i professionisti e gli esperti in Albi, inserimento sul “Portale del reclutamento” in un secondo elenco in base a determinati titoli di qualificazione professionale. Per gli incarichi di collaborazione, le amministrazioni dovranno chiamare almeno tre professionisti in ordine di graduatoria e scegliere poi sulla base di un colloquio. I criteri seguiti dovranno essere pubblicati sul sito web delle amministrazioni competenti.