Autonomia differenziata: federalismo o secessione?

di Anna Fabi

Pubblicato 15 Febbraio 2019
Aggiornato 21 Febbraio 2019 12:28

Amministrazioni regionali ed esperti intervengono sui benefici e rischi dell’autonomia differenziata.

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera tecnico alla concessione dell’autonomia differenziata per le Regioni, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: secondo questo regime, le tre amministrazioni potranno ottenere maggiore autonomia gestionale relativamente ad alcune materie legislative (es.: scuola, sanità, casse di risparmio).

I testi (ddl deleghe) hanno ottenuto il disco verde del Ministero dell’Economia su impianto e risorse (che arrivano dalla cessione di una quota di IRPEF e e altri tributi locali), adesso tocca alla politica sciogliere i nodi.

L’accordo è oggetto di un dibattito che coinvolge numerose Regioni – impegnate in tavoli tematici aperti – e che secondo molti rischia di rappresentare una vera e propria secessione tra il Nord e il Sud del Paese. I temi caldi sono soprattutto quelli che riguardano la sanità (ticket sanitari) e l’autonomia su valutazioni d’impatto ambientale e bonifiche, infrastrutture e soprintendenze.

È stato lo stesso premier Giuseppe Conte, tuttavia, a ribadire la necessità di effettuare un passaggio di competenze strategico e razionale che tuteli la coesione nazionale.

Non andremo a sottrarre nulla al Sud ma andremo a riconoscere alcune specifiche competenze ad alcune regioni del Nord che sono in condizione di rivendicarle ma, se necessario, avremo modo di non pregiudicare il quadro complessivo, l’amministrazione dello Stato e riequilibreremo attraverso meccanismi di solidarietà quello che potrebbe essere un’eventuale pregiudizio derivato per alcune regioni.

In Piemonte, ad esempio, è aperto il tavolo tematico aperto con il Ministero degli Affari Regionali e altri dicasteri. Come affermato dal governatore Sergio Chiamparino, la Regione ha chiesto maggiore autonomia su dodici temi:

Tre sono i nuclei che hanno orientato le nostre proposte: la semplificazione, l’aiuto allo sviluppo della regione, la gestione della situazione demografica di una regione più anziana rispetto alle altre. Siamo convinti che le maggiori competenze avranno un ruolo molto significativo nel futuro del Piemonte.

Per quanto riguarda la Campania, invece, la concessione delle autonomie deve avvenire secondo quanto affermato degli articoli 116 e 119 della Costituzione e della legge 42 del 2009 sul federalismo, mentre in Sicilia il parere dell’amministrazione non è avversa all’autonomia differenziata purché il federalismo sia equilibrato:

Se vogliamo rendere coeso e ancora più competitivo il Paese – ha affermato Gaetano Armao, vice-presidente della Regione – dobbiamo spingere verso un federalismo che rafforzi i territori e, nel contempo, introduca meccanismi di perequazione altrimenti il Paese si spacca.

A fine CdM il governatore del Veneto, Luca Zaia ha dichiarato:

Manca l’ultimo miglio: ci sono alcune criticità per quanto riguarda l’ambiente, la sanità, le infrastrutture e la cultura ma è un testo che ora passa in mano alla politica.

Il Vicepremier Salvini risponde alle critiche del M5S negando il rischio di cittadini di serie A e serie B ed il ministro Stefani ha annunciato un «confronto del parlamento prima delle firme», anche se sembra difficile che «il ddl sia emendabile».