Durante la sua prima intervista come Ministro della Pubblica Amministrazione, l’avvocato Giulia Bongiorno annuncia l’avvio di una linea ancora più dura contro i furbetti del cartellino.
Un passo in avanti oltre le sanzioni introdotte con la Riforma Madia che si basa su uno stretto monitoraggio preventivo da attuare attraverso “rilevazioni biometriche” volte a evitare che alcuni dipendenti riescano a strisciare il badge per uno o più colleghi. Una sorta di controllo delle impronte digitali, quindi, che il neo-Ministro considera attuabile e non lesivo della privacy dei lavoratori:
Tra i beni confliggenti – ha sottolineato Giulia Bongiorno intervistata dalla redazione del Corriere della Sera – deve prevalere l’interesse collettivo: che siano tutti al lavoro, al servizio del cittadino.
Il Ministro annuncia anche sopralluoghi a sorpresa messi in atto grazie a un pool di ispettori e specialisti di modelli organizzativi, ispezioni volte a rilevare disservizi ma anche a identificare inerzie da parte dei dipendenti statali.
Per quanto concerne l’intenzione di avviare un “censimento dei raccomandati” comunicato da Luigi Di Maio, il Ministro Bongiorno si palesa favorevole all’introduzione di criteri di merito per il pubblico impiego:
La carriera del raccomandato si può stroncare valutandolo. Ma oggi le valutazioni sono tutte brillanti, in un sistema che non lo è. Come mai? L’unico che può valutare senza sconti e con criteri oggettivi è il cittadino. Inserirò criteri legati al merito.