Nel 2015 sono stati in media 9,2 i giorni di assenza dal lavoro di ciascun dipendente pubblico, spesso comunicati a ridosso del lunedì o del venerdì. Dal Ministero della Pubblica Amministrazione, tuttavia, sta per arrivare il completamento del Testo Unico del pubblico impiego che conterrà precise regole per gli assenteisti e gli statali considerati “furbetti“.
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Il Testo Unico rientra tra i decreti attuativi della Riforma Madia, ma regole più ferree arriveranno anche nei rinnovi contrattuali come previsto dall’accordo siglato tra Governo e sindacati lo scorso 30 novembre, intesa che sanciva anche la necessità di contrastare “fenomeni anomali di assenteismo”.
A sottolineare l’urgenza di varare provvedimenti contro la condotta scorretta dei dipendenti statali che si assentano in massa o abbandonano il posto di lavoro, facendosi timbrare il cartellino dai colleghi, è anche il Codacons:
«Sono anni che si parla di misure in tal senso ma mai nessun Governo ha saputo attuare una stretta all’assenteismo – afferma il presidente Carlo Rienzi – perché farlo vorrebbe dire colpire anche i dirigenti di uffici pubblici le cui poltrone sono assegnate direttamente dai politici. Quello che realmente serve in Italia, è un provvedimento contro i “furbetti del cartellino” di tutti i giorni, ossia quei dipendenti – sempre più numerosi come dimostrano le recenti inchieste della magistratura – che timbrano per poi uscire e andare a fare la spesa o a giocare al gratta e vinci, o che timbrano anche per i colleghi assenti. Soggetti che spesso non subiscono alcuna punizione e che nemmeno perdono il lavoro. Al contrario nei loro confronti il Governo dovrebbe introdurre sanzioni pesantissime, compreso il recupero degli stipendi percepiti dalla P.A. nei casi di assenteismo accertato».
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