Anche i musei statali e i luoghi della cultura nazionali, che ogni anno attirano milioni di turisti da tutto i mondo, potrebbero essere annoverati tra i servizi pubblici essenziali.
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Lo ha affermato il Ministro Dario Franceschini alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto il Colosseo e altri monumenti della Capitale (Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano, Ostia Antica), la cui apertura è stata ritardata per consentire lo svolgersi di un?assemblea sindacale, causando polemiche e inevitabili proteste da parte dei visitatori.
Sebbene la Soprintendenza abbia ribadito che non si sia trattato di «chiusure ma solo di aperture ritardate», il Ministro ha subito di Beni Culturali e Turismo annunciato l?imminente discussione in CdM di una normativa che inserisca musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali.
«La misura è colma. Ora basta. Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell’azione di governo, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l’attenzione del mondo sull’Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo a ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo.»
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Il Ministro Franceschini auspica quindi una variazione della legislazione vigente, un vero e proprio:
«passaggio storico ben oltre i fatti di ieri: musei e luoghi della cultura diventano servizi pubblici essenziali. Si applica art. 9 della Costituzione.»
