Scuola: meno pensioni, più docenti precari

di Teresa Barone

5 Aprile 2013 09:30

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Nel 2013 andrà in pensione la metà dei docenti rispetto al 2012, con il conseguente taglio delle assunzioni stabili ai danni dei precari.

Con la Riforma del Lavoro che allunga l?età lavorativa sono sempre meno i pensionamenti nel mondo della scuola, che ha come protagonisti docenti sempre più anziani e, di conseguenza, pochi nuovi insegnanti assunti a tempo indeterminato dopo anni di precariato.

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A lanciare l?allarme sono i sindacati della scuola, che considerano improbabili anche le oltre 11mila assunzioni previste dal recente concorso per i docenti. Secondo i dati provvisori diffusi dal MIUR, sarebbero solo poco più di 10mila gli insegnanti che andranno in pensione a partire da settembre, praticamente la metà rispetto all?anno scorso.

A crescere non è solo il numero dei precari ma anche l?età media dei docenti, come ha messo in evidenza la Flc-Cgil e come aveva precedentemente evidenziato il rapporto Ocse sull?Educazione del 2012 (in Italia la percentuale degli insegnanti con più di 40 anni è pari al 70%).

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Intanto, proseguono i ricorsi (vinti) dei tanti precari della scuola che si rivolgono ai Tribunali del lavoro per ottenere un risarcimento dovuto al?eccessivo protrarsi della condizione di precariato: secondo il Codacons, infatti, il MIUR dovrà pagare 7,5 milioni di euro per versare ai precari la differenza tra le retribuzioni effettivamente percepite e gli stipendi che, invece, avrebbero percepito in caso di assunzione a tempo indeterminato (scatti d?anzianità e interessi legali esclusi).

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«Ora il MIUR dovrà pagare circa 7,5 milioni di euro, e se non lo farà siamo pronti a pignorare il palazzo storico di Viale Travestere a Roma dove ha sede il dicastero. Intanto tutti i precari della scuola possono ancora presentare ricorso dinanzi ai Tribunali del lavoro, ottenendo l?assistenza dei legali Codacons che sono riusciti a far valere in tutte le sedi di giustizia i diritti dei lavoratori.»