Dopo l’Egitto, anche la Libia adotta la strategia dei black out per le telecomunicazioni. A Bengasi, il capoluogo della Cirenaica, dove i militari si sono uniti alla rivoluzione, le linee telefoniche e Internet risultano inservibili. L’unico sistema di comunicazioni rimasto in piedi è quello degli sms, utilizzato dallo stesso governo libico per inviare un messaggio a tutti i cittadini invitandoli a tornare a lavoro.
La situazione è ora molto difficile da gestire per i diplomatici e i politici che si trovano in questi giorni ad avere a che fare con la “patata bollente” della Libia. Le notizie che arrivano dalla Libia descrivono una situazione da vera e propria guerra civile. L’escalation continua di violenza e attacchi da parte del governo e dei rivoltosi, con conseguenti vittime, hanno obbligato l’Onu a convocare una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza contemporaneamente al vertice previsto dalla Lega Araba.
Le ricadute economiche per il nostro paese sono di proporzioni notevolissime: si va dal pericoloso blocco delle forniture di petrolio dalla Libia e parallela salita dei prezzi del greggio al crollo dei titoli in borsa delle compagnie aeree che soffrono più delle altre il caro carburanti.
Il black out delle telecomunicazioni non ha impedito comunque l’assistenza dell’Ambasciata italiana a Tripoli nei confronti dei nostri connazionali. Il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, ha spiegato che l’ambasciata è coadiuvata dall’Unità di crisi del ministero degli Esteri, che ha inviato in Libia una squadra speciale guidata dal vice capo dell’Unità, Nicola Minasi, per affrontare la situazione sul terreno e rimanere in contatto con imprese e cittadini italiani in Libia 24 ore su 24.
«Certo è che la difficoltà di comunicazione causata dall’interruzione dei servizi Internet e della rete mobile – sottolinea Massari – rende comunque complicate le operazioni di assistenza. Anche la compagnia aerea Alitalia, di concerto con l’Ambasciata, sta dando il suo contributo istituendo un presidio in aeroporto per agevolare i voli in partenza.