«I nostri prodotti – scrive sul blog di Google, Neil Martin, Export Compliance Programs manager della società di Mountain View – sono pensati per aiutare gli internauti a creare, comunicare e condividere opinioni e cercare informazioni. Crediamo che avere più prodotti a disposizione significhi più possibilità di scelta, libertà e più potere per i cittadini iraniani e di tutto il mondo».
In queste parole c’è l’apertura dell’azienda americana ai suoi servizi in Iran. Per la prima volta, infatti, Earth, Picasa e Chrome saranno disponibili per il download in Iran «nel pieno rispetto del piano di sanzioni e controlli per le esportazioni degli Usa».
La decisione di Google è, pertanto, in linea con quella del Dipartimento di Stato, che ha messo fine al programma di sanzioni che impedivano il download di software americano in Iran. Da parte sua, il regime iraniano attua tutt’ora una stretta censura sul web e avvalersi di strumenti di condivisione su Internet o social network può costare molto caro.
Il gigante delle ricerche online ha però specificato che: «come condizione della nostra licenza di esportazione da parte del Dipartimento del Tesoro continueremo a bloccare gli indirizzi Ip associati al governo iraniano». A marzo dello scorso anno l’amministrazione Obama aveva già liberato i servizi di chat (Yahoo! e Messenger), il Voip di Skype e anche social network come Facebook, MySpace e Twitter, in quanto strumenti di diffusione della democrazia.
L’Iran fa parte del gruppo di quattro paesi che sono sotto embargo statunitense. Insieme al regime di Ahmadinejad, ci sono: Corea del Nord, Sudan e Cuba. Ancora una volta, Internet rappresenta il principale canale di apertura al dialogo tra tutti i paesi del mondo.