«Gli scambi economici, le interazioni sociali, ma anche le pratiche della partecipazione democratica si esprimono sempre di più attraverso la Rete, vero e proprio asse portante del mondo globalizzato. Occuparsi del futuro di Internet, significa quindi occuparsi del nostro futuro». Sono state queste le parole del ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, presente ieri alla giornata di chiusura della terza edizione dell’Internet Governance Forum Italia (IGF Italia).
Il ministro ha quindi proseguito il suo discorso richiamando lo slogan dell’IGF: “Internet riguarda tutti“. «Diventare più consapevoli e capaci di cogliere le immense opportunità di Internet è, e deve essere, – ha sottolineato il ministro – un obiettivo comune a tutti gli stakeholder: governo, istituzioni e pubbliche amministrazioni; università e comunità di ricerca tecniche; professionisti, imprese e aziende; associazioni e organizzazioni della comunità degli utenti della Rete».
All’incontro italiano era presente anche Markus Kummer, coordinatore esecutivo dell?Igf mondiale, evento nato come “spin off” del “World Summit on Information Society” nel 2006. Brunetta ha quindi affrontato il tema della governance di Internet, che – secondo il suo modo di vedere – deve nascere da un processo avviato “dal basso”. «Un processo che permetta di raccogliere i principi, gli orientamenti e le best practice esistenti – ha spiegato – per giungere gradualmente all?individuazione di regole e pratiche universalmente riconosciute».
Si tratta del cosiddetto “metodo Azuni“, così battezzato da Brunetta, in analogia al sistema che utilizzò l’insigne giurista sardo specializzato nel diritto mercantile, per redigere un Codice del diritto marittimo completo e innovativo che permettesse di sistematizzare tutte le leggi, gli usi, le abitudini e le decisioni consolidate in Europa.
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