Un pdf di 90 pagine sulla conoscenza e la percezione del rischio sismico da parte delle famiglie italiane. È questo il risultato della raccolta dei dati, attraverso Internet, da parte della Protezione Civile e dell’Associazione “Cittadinanzattiva“. Si tratta dell’elaborazione di 4411 questionari compilati dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado e di secondo grado e di 2490 questionari compilati dai genitori degli studenti stessi.
I dati non si riferiscono ad un campione di tipo statistico, ma le informazioni raccolte possono essere considerate comunque “rappresentative” in quanto provengono da 18 regioni e 77 province. Inoltre tali numeri rappresentano l?1,5 per cento delle scuole secondarie italiane ed esprimono conoscenze e opinioni di individui che sono venuti direttamente a conoscenza o che hanno vissuto sulla propria pelle il fenomeno del terremoto.
Il documento, scaricabile dal sito Cittadinanzattiva.it, dipinge un’Italia in realtà poco informata e molto fatalista sul tema dei terremoti, nonostante il ricordo vivo della recente tragedia abruzzese. In particolar modo al Sud, studenti e genitori condividono l’approccio fatalista e sono poco inclini a prendere provvedimenti concreti per rendere sicura la propria abitazione.
La relazione, presentata in occasione dell’VIII Giornata nazionale della sicurezza scolastica, che si svolge oggi in oltre 5.000 scuole, evidenzia comunque una conoscenza dei comportamenti corretti da tenere a casa e scuola in caso di evento sismico e «ciò indica quanto produttive siano le iniziative di prevenzione e quanto sia importante proseguire ed estendere tali attività a tutti i cittadini», commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.
«Tuttavia, fa notare Bizzarri, i cittadini mostrano di non conoscere il Piano comunale di emergenza, né le condizioni di sicurezza della casa in cui vivono o della scuola che frequentano. Per questo – conclude – riteniamo non più rinviabile l’obbligo per tutti i Comuni del Piano di emergenza e della sua diffusione tra i cittadini e la messa in sicurezza delle scuole, a cominciare da quelle situate in zone ad elevato rischio sismico».