Nel settembre del 2005 il CNIPA pubblicava un avviso al fine di stimolare la costituzione dei Centri Servizi Territoriali (CST), associazioni stabili di Comuni, con prevalenza di quelli con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. La funzione del bando era quella di individuare e quindi selezionare le aggregazioni di Comuni che, per modello associativo e struttura organizzativa, potessero dare continuità di servizi ICT per i piccoli e medi Comuni. Arrivarono 64 aggregazioni pari ad un coinvolgimento di 6000 comuni. Nel 2007 un secondo avviso in cui si richiedeva la progettazione per l’avvio di tali servizi. Dall’idea al fare, si persero per strada 14 aggregazioni e parteciparono in 50. Tale numero rappresentava: 3492 piccoli comuni a cui l’intervento era precipuamente dedicato, 65 province, 178 comunità montane e, oltre ad altre tipologie di associazioni, anche 6 Regioni. Quale era l’obiettivo pubblico per costruire una nuova struttura di promozione e coordinamento su un campo, quello dell’ICT e in realtà minori, che soprattutto per carenze culturali oltre che infrastrutturali, avevano grandi rischi di rimanere al palo?
Una risposta di sapiente lettura dei fabbisogni. I Centri Servizi Territoriali sono strutture di aggregazione studiate per risolvere non solo i problemi dei piccoli Comuni, termine con cui di solito si intendono i Comuni con meno di 5000 abitanti (il 72% del totale dei Comuni Italiani, in cui risiede il 20% della popolazione), ma di tutte quelle realtà medio piccole che si trovano ogni giorno a dover affrontare esigenze di:
- Scarsità di risorse finanziarie, che non permettono il raggiungimento di economie di scala, e che sono pressate dal patto di stabilità interno;
- Carenza di personale, e quindi di conoscenze e competenze necessarie a compiere scelte di mercato adeguate;
- Mancanza di infrastrutture, con particolare riferimento alla connettività.
Su tale scenario, stimolante, ma irto di ostacoli (e molti burocratici) a circa 3 anni dall’uscita del bando CNIPA, abbiamo voluto individuare una realtà territoriale (il pesarese) che già nel 2008 avevo selezionato, illustrando i risultati del progetto E-demps in ambito della pianificazione strategica, in cui il comune di Pesaro era stato capofila di un ampia aggregazione interregionale e in tale contesto verificare le modalità di sviluppo, le criticità e le potenzialità che il CST può determinare su questo territorio.