Buonipasto, Anseb: no al mercato su Internet

di Lorenzo Gennari

19 Aprile 2010 17:00

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"No alla compravendita di buoni pasto su Internet": secondo l'associazione delle emettitrici la pratica di mettere in vendita su Internet i buoni pasto incoraggerebbe l'uso improprio degli stessi

I buoni pasto diventano carta moneta su Internet: sono sempre di più gli annunci su e-bay, il più famoso sito di aste online, recentemente arricchitosi di una sezione di semplici annunci di compravendita, dove si propongono buoni pasto aziendali acquistabili pagando prezzi molto vicini alla metà del loro valore nominale.

L’Associazione nazionale società emettitrici di buoni pasto (Anseb) è quindi scesa in campo per difendere quello che dovrebbe essere un benefit aziendale e non una merce di scambio. La prima mossa è stata quella di inviare una diffida proprio al noto portale di e-commerce invitandolo a prevenire eventuali forme di compravendita avente i buoni come oggetto di scambio.

«Il nostro impegno si rivolge da sempre a incentivare un corretto uso dei Buoni Pasto – ha dichiarato Sandro Fertino, presidente Anseb – da sempre ci battiamo per promuovere la massima trasparenza e regolarità nell’esecuzione del servizio sostitutivo di mensa e nel diffondere pratiche responsabili da parte di tutti gli operatori della filiera, a partire dalle società emettitrici che Anseb rappresenta, per arrivare fino all’utilizzatore finale, passando per le aziende, le pubbliche amministrazioni clienti e i ristoratori convenzionati».

«I Buoni Pasto – ha ricordato Fertino – sono concessi dal datore di lavoro sulla base delle prestazioni, rese dai beneficiari del servizio sostitutivo di mensa, derivanti dai contratti di lavoro e sono quindi personali, non cedibili, né commercializzabili».

Intanto, su e-bay, sono i “ticket restaurant” a registrare il commercio più vivo anche perché, si legge in uno degli annunci, “l’azienda che li emette è la più famosa ed accettata”. I venditori li propongono, in media, ad un prezzo di circa il 25 per cento più basso del loro effettivo controvalore e, ci tengono a sottolineare un po’ tutti, “non essendo nominativi, sono spendibili da chiunque”.