Giovedì 4 marzo il regista Federico Moccia e il cast del suo ultimo film “Scusa ma ti voglio sposare” hanno incontrato gli studenti della Sapienza. L?iniziativa, introdotta da Maria D?Alessio, delegata ai servizi per la Comunità universitaria e il territorio, è stata promossa dallo stesso ateneo romano insieme alla Federazione CISL Università Provinciale di Roma, all?associazione studentesca Vento di Cambiamento e all?associazione culturale PuntoaCapo.
Eppure gli studenti, già dal giorno precedente all’incontro, non hanno riservato al regista un’accoglienza particolarmente calorosa. Sui muri della città universitaria, in prossimità delle sei differenti entrate, sono comparsi infatti dei poster di “street art” con raffigurato il viso dell’autore del best seller “Tre metri sopra il cielo”, affiancato da due fumetti.
Nel primo la domanda di riflessione: «Mentre TU non trovi lavoro da mesi, corri di qua e di là in cerca di crediti, non ha soldi per andare a convivere con il partner, fai i salti mortali ogni giorno per strappare momenti di felicità, IO vado in giro a parlare dei “ggiovani e l’ammore” di un mondo patinato fatto di voli in elicottero su New York». Nel secondo fumetto, la risposta: «Scusa, ma mi chiamo buffone».
Gli autori del gesto, che si firmano “generazione P” (dove la “P” sta per “precaria”) lanciano il monito a chiunque decida di fare “l’esperto di giovani”: «abbia almeno l’onestà di raccontare le vite che realmente vengono vissute, con tutte le loro contraddizioni, anziché parlare di un mondo immaginario che oscilla in modo schizofrenico, fra il terrore per i giovani senza valori cresciuti nell’epoca di internet pronti ad uccidere per un abito griffato e l’estasi per il dolce amore romantico di una generazione lontana dalla politica ma vicina ai sentimenti».
La popolarità del personaggio potrebbe sembrare una questione di fasce d’età o di mezzi di comunicazione, ma sbalordisce che, ad esempio, uno dei luoghi di maggior contestazione di Federico Moccia (seppur virtuale) sia Facebook. Sul social network sono infatti presenti più di 100 gruppi “anti-Moccia” (forse un record) con titoli che, rivolti in passato al Presidente del Consiglio, fecero scoppiare un caso nazionale.
Si va dai classici “Uccidiamo Federico Moccia” e “Quelli che odiano Federico Moccia” al generico “Fermiamolo!”, dal “Seppelliamo Federico Moccia tre metri sotto terra” a “Quelli che eserciterebbero violenza su Federico Moccia” per proseguire con “Liberiamo il mondo da Federico Moccia” o “Togliamogli la biro”, “Ritirati” e via insultando.