Catene di Sant’Antonio, problema grave per gli ospedali

di Lorenzo Gennari

20 Gennaio 2010 16:30

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Associazioni di donatori e ospedali si ritrovano periodicamente vittime delle bufale che circolano su Internet e via sms riguardo alle emergenze sangue

Da semplici messaggi di posta indesiderata, le catene di Sant’Antonio via e-mail e ancor di più quelle diffuse tramite sms, stanno diventando un problema sempre più complicato da gestire.

L’Ospedale Meyer di Firenze e il Gemelli di Roma, le due strutture più citate nei finti allarmi telematici, devono ormai affrontare periodicamente le conseguenze dell’inoltro irresponsabile di questi messaggi bufala.

Le azioni colpiscono a singhiozzo e, nonostante alcune denuncie alla Polizia postale, i responsabili restano ignoti. Sconosciute anche le finalità, a parte alcuni casi di mitomania.

I danni però sono tutt’altro che inventanti: i più evidenti sono le linee intasate e la diffusione del panico; poi ci sono i danni morali, causati dal discredito verso il “movimento delle donazioni”, quello stesso che invece ora si sta attivando per arginare il fenomeno.

La Newsletter dell’Associazione donatori volontari di sangue “Ema-Roma“, ad esempio, segnala l’infondatezza dell’informazione circa la richiesta di sangue per il bambino leucemico “Riccardo Capriccioli“. «È da prima di Natale – si legge nel testo dell’email – che ci arrivano da alcuni donatori di sangue richieste di attivarci a favore di questo bambino».

«Oggi ne sono arrivate 12 – fa notare Stefano Fossati Montelatici, Commissario dell’Ispettorato Provinciale dei donatori di sangue della Croce Rossa Italiana -. Nel marzo del 2007, gli appelli riguardanti questo bambino, che in quell’epoca era citato come “Riccardo Capaccioli”, ed era dato per ricoverato all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, fecero sì che la struttura rimase isolata per diversi giorni a causa delle linee telefoniche intasate.

Ad ottobre del 2007 una nuova ondata al Policlinico Gemelli di Roma, mentre il giorno della vigilia di Natale del 2008, l’Sos riguardava un bimbo di 17 mesi che necessitava sangue di gruppo B positivo per leucemia fulminante. Il testo del messaggio si chiudeva con “fai girare questo messaggio, è urgente e importante, se lo fermi sei un mostro senza cuore, non è una catena”.

Nel 2009 è ricominciato il giro prima di Natale ed ancora adesso, evidentemente, non si arresta: sempre sms ed email con appelli a favore di Riccardo Capriccioli».

«Questo tipo di richieste mette in crisi il servizio sanitario Nazionale – ribadisce il Commissario -. I centri regionali di coordinamento e compensazione del sangue sanno come approvvigionarsi per far fronte alle esigenze mirate. Non è infrequente che i capigruppo dei donatori di sangue o singoli donatori siano contattati dal personale del servizio trasfusionale, che si presenta e si qualifica, per invitare il donatore di sangue ad una donazione mirata».