Il 23 manifestazione per libertà della rete

di Lorenzo Gennari

21 Dicembre 2009 10:00

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Mercoledì 23 dicembre, a Roma, in piazza del Popolo, l'Istituto per le Politiche dell'Innovazione ha organizzato il sit-in "Libera Rete in libero Stato"

L’Istituto per le Politiche dell’Innovazione, ha organizzato un sit-in a Roma, a Piazza del Popolo, il 23 dicembre. Lo slogan della manifestazione è “Libera Rete in libero stato” e l’intento, a detta del Presidente dell’Istituto, Guido Scorza, non ha alcuno spirito polemico né vuole innalzare alcuna barricata fisica o elettronica.

Le prime adesioni sono arrivate dal movimento giovanile dell’Italia dei valori del Lazio che, attraverso le parole del coordinatore Marcello Ribera, ha manifestato l’intenzione di ritrovarsi in piazza insieme a tutti i sostenitori di una rete a cui sia garantita la libertà di espressione prima ancora di veder perseguiti gli eventuali abusi.

Non a caso, il giorno dell’appuntamento di piazza è quello successivo all’incontro che si terrà al Viminale tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni, i rappresentanti delle società che forniscono servizi di connettività, le associazioni di categoria ed i responsabili dei principali social network e delle maggiori piattaforme di Users generated content.

Il motivo principale per cui gli esperti promotori della manifestazione (il Presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione è avvocato e dottore di ricerca in informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie) hanno ritenuto opportuno scendere in piazza è stata la preoccupazione, derivata dalle recenti reazioni del Governo ai fatti di Piazza del Duomo, che la Governance della Rete finisca per essere «affidata ad un asse politico-economico autorizzato per legge ad agire al di fuori ed al di sopra del controllo giurisdizionale».

Vi è poi un altro aspetto che, secondo Guido Scorza, non può essere trascurato e cioè che «l?illegittimità è caratteristica che riguarda sempre uno specifico contenuto e mai uno strumento, una piattaforma o un media».

Nel suo blog, l’avvocato conclude il suo post ribadendo ciò che meglio racchiude il senso della “protesta” e cioè che «ogni contenuto ha un autore ed ogni autore è responsabile dell?eventuale abuso della libertà di manifestazione del pensiero ma, prima ancora, è titolare di tale insopprimibile libertà.