Dant, videogiochi per imparare a scuola

di Lorenzo Gennari

29 Settembre 2009 11:00

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In Trentino parte la sperimentazione per l'utilizzo dei videogiochi nelle scuole come strumento didattico. Il progetto si chiama Dant ed è cofinanziato dal Fondo sociale europeo

Dopo essersi ispirati alla letteratura italiana facendo riscoprire in tutto il mondo i personaggi della Divina Commedia, i videogiochi ora stanno diventando uno degli strumenti più apprezzati per far imparare ai bambini le materie scolastiche.

In Trentino, ad esempio, gli alunni delle scuole elementari sperimenteranno, attraverso il progetto pilota Dant (questa volta Dante non c’entra nulla, ma si tratta dell’acronimo di “Didattica assistita dalle nuove tecnologie”), un programma cofinanziato dal Fondo sociale europeo che prevede l’introduzione dei videogiochi per l’apprendimento.

Gli insegnanti della scuola primaria già coinvolti nella sperimentazione hanno potuto registrare i primi risultati che, nell’85,3% dei casi, sono stati positivi sia per livello di attenzione che per qualità dell’apprendimento.

A realizzare Dant è stato l’Iprase, l’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa, ed il progetto è stato sviluppato con la consulenza scientifica e tecnologica di Francesco Antinucci, dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr di Roma.

«Il progetto è stato concepito per essere inserito nei programmi ministeriali delle scuole elementari e medie – spiega Antinucci – abbiamo pensato di applicare il linguaggio del gioco alle moderne tecnologie digitali con l’obiettivo di trasformare il processo dell’apprendimento da simbolico a esperienziale».

In particolare, il team coordinato da Antinucci ha realizzato 101 ambienti virtuali interattivi con relativi eserciziari per tutte le materie, dalla matematica all’italiano, dalla geografia alla fisica, dalle scienze alla musica. «Si tratta di videogiochi semplici e divertenti che – prosegue il ricercatore del Cnr – stimolano l’immaginazione e la curiosità dei ragazzi, grazie anche all’impiego di personaggi creati ad hoc per la loro età».