Lo switch off della tv analogica procede secondo il calendario presentato esattamente un anno fa dal Sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani.
In tutta Italia si registra un boom di acquisti per i decoder digitali terrestri. A farla da padrone, nel mercato dei dispositivi atti a ricevere il nuovo segnale, sono i cosiddetti “zapper“, decoder non interattivi, che costano meno della metà (circa trenta euro) dei classici “set top box” e che ora sono stati ridotti ad avere dimensioni poco maggiori di una semplice presa scart.
Tali dispositivi non fanno altro che ricevere il segnale digitale dei canali in chiaro e trasformarlo in un segnale adatto ad essere visualizzato dai vecchi televisori.
Sarà la crisi o la necessità di collegare a basso costo anche la seconda e la terza tv, sarà forse la proliferazione di marche e modelli tanto sconosciuti quanto economici, fatto sta che questo successo di vendite appare un fenomeno alquanto strano considerando le “abitudini televisive” dell’italiano medio.
L’unica spiegazione che può dare un senso ai dati sugli acquisti è che la maggior parte degli utenti che ha comprato uno zapper non è a conoscenza del fatto che non potrà, attraverso questo strumento, vedere alcun tipo di contenuto a pagamento comprese le tanto amate partite di calcio.
I decoder classici (set top box) invece permettono anche la decodifica dei canali criptati utilizzando apposite smart card per l?accesso condizionato. Inoltre sono in grado di visualizzare applicazioni interattive (Mhp) e di inviare attraverso un canale di ritorno, tipicamente su linea telefonica, le scelte effettuate dall?utente attraverso il telecomando (per questo sono detti interattivi).
Insomma, i 785 mila zapper venduti nel solo mese di giugno (quasi il doppio dei 422mila televisori con digitale terrestre integrato venduti nello stesso mese) sono stati, in molti casi, una tassa inutilmente pagata per il passaggio al digitale, dovuta alla scarsa informazione.