Anche la Cina entra nel GAC dell’ICANN

di Lorenzo Gennari

6 Luglio 2009 16:15

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La Cina è entrata a far parte del governo mondiale di Internet. Il colosso asiatico ha aderito al Governmental Advisory Committee dell'organismo internazionale che sovrintende al sistema dei domini

La Cina è ufficialmente entrata a far parte del GAC (Governmental Advisory Committee) in seno all’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). Il GAC non è nient’altro che un organismo chiamato a fornire suggerimenti in merito alle attività dell’ICANN per gli aspetti di interesse dei governi e a segnalare potenziali contrasti con leggi nazionali o trattati internazionali.

L’ingegner Stefano Trumpy, dirigente di ricerca all?Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Iit-Cnr) e rappresentante del Governo italiano nel Gac di ICANN, lo ha definito «Un fatto politico significativo e lungamente atteso». «La Cina è infatti la nazione al mondo che ha in assoluto il numero più elevato di utenti Internet, 298 milioni a gennaio 2009, e di domini (i nomi targati .cn sono quasi 17 milioni)», ha commentato Trumpy.

L’ingresso cinese, avvenuto durante l’ultima riunione dell’organismo internazionale a Sydney, è stato accompagnato dalla presenza della Russia come “invited guest”. Pertanto a breve il GAC potrebbe allargare ulteriormente il numero delle diverse nazionalità dei suoi membri. Cina e Russia infatti rappresentano da sole oltre il 90 per cento dell’utenza mondiale della rete.

Inoltre la Cina proprio in questi ultimi anni, ha conosciuto una vera e propria esplosione di Internet, i cui tassi di crescita non hanno precedenti né pari: solamente dal 2007 al 2008 i navigatori sono cresciuti del 42%, quelli connessi tramite cellulare (117 milioni) del 133%, i blog censiti sono 162 milioni. «L?auspicio ? ha aggiunto Trumpy ? è che l?ingresso della Cina nel GAC possa anche favorire un maggiore rispetto della libertà degli utenti Internet».

L’Icann a breve metterà in atto le disposizioni decise un’anno fa circa la liberalizzazione della lingua e dei caratteri per i nomi a dominio: sarà possibile pertanto registrare un “top level domain” con qualunque carattere, compresi quelli cirillici, arabi o gli ideogrammi cinesi, che fino a oggi dovevano passare attraverso traslitterazioni per essere utilizzati online. A guidare tale svolta il neo-presidente e amministratore delegato Rod Beckstrom, esperto in sicurezza, high-tech e attività internazionali a favore dei Paesi in via di sviluppo, già direttore del centro nazionale sulla cyber-sicurezza Usa.