Secondo un’indagine del Censis, durante la campagna elettorale per le elezioni europee, il 69,3 per cento degli elettori si sarebbe informato attraverso le notizie e i commenti trasmessi dai telegiornali per scegliere chi votare. In particolare, i dati dell’istituto di ricerca evidenziano come i tg siano il principale mezzo per orientare il voto soprattutto tra i meno istruiti, tra i pensionati e le casalinghe.
Il 30,6 per cento degli elettori ha inoltre seguito diversi programmi giornalistici di approfondimento, soprattutto persone con un buon livello di istruzione e residenti nelle grandi città con più di 100 mila abitanti. La carta stampata ha invece avuto un ruolo meno importante, così come il materiale di propaganda dei partiti (volantini, manifesti, brochure), utilizzato solo da una persona su dieci.
I giovani risultano meno coinvolti dai format televisivi di approfondimento mentre, stando sempre al rapporto del Censis, Internet rappresenterebbe la fonte di informazione preferita. I dati riguardanti i canali “tematici”, parlano del 6 per cento degli italiani sintonizzati sulle emittenti “all news” (soprattutto maschi con un buon livello di istruzione). I programmi della radio sono stati apprezzati soprattutto da artigiani e commercianti, liberi professionisti e lavoratori autonomi. I rapporti non mediati, come il confronto con familiari e amici, resta fondamentale per il 19 per cento degli elettori, in particolare per i più giovani (18-29 anni), residenti nel Mezzogiorno e nei centri urbani minori.
La partecipazione diretta alle manifestazioni pubbliche dei partiti rappresenta invece un canale preferenziale per una quota residuale di elettori, che diminuisce ulteriormente tra i più giovani. Internet infine non sfonda nella comunicazione politica. Durante la campagna elettorale, per formarsi un’opinione solo il 2,3 per cento degli italiani maggiorenni si è collegato ai siti web dei partiti per acquisire informazioni, e solo il 2,1 per cento ha visitato blog, forum di discussione o gruppi di Facebook. Il dato aumenta solo tra gli studenti: il 7,5 per cento si è collegato ai siti Internet dei partiti e il 5,9 per cento ha navigato su altri siti web in cui si parla di politica.