La sicurezza non deve essere burocrazia e invece, purtroppo, gran parte del nostro capitale umano, impiegato nei sistemi di sicurezza, è utilizzato per produrre carte e quindi burocrazia.
Erano state queste le parole del ministro Brunetta, alle quali si erano poi aggiunte espressioni forti come “poliziotti panzoni e burocrati”. Incalzato dai diversi rappresentanti delle associazioni e dei sindacati di polizia, il ministro ha subito chiarito, facendo “mea culpa”: «Chiedo scusa ai bravissimi poliziotti con la pancia; nessuna offesa nei loro confronti, ma solo la constatazione che un eccesso di impegno burocratico delle Forze dell?ordine ha spesso snaturato la missione principale del sistema sicurezza che è quella di stare per la strada per la sicurezza dei cittadini».
Incidente chiuso? Sembra di sì, almeno con il Sap (Sindacato autonomo di Polizia) cui «le scuse del ministro Brunetta fanno piacere». «È opportuno però, una volta per tutte, dire con forza che la questione dei poliziotti negli uffici è un falso problema», spiega il segretario generale della sigla Nicola Tanzi, perché «la maggior parte delle attività cosiddette “burocratiche” è legata a compiti di polizia».
Per Brunetta, l’errore è stato quello di utilizzare il termine “panzoni” per «far capire che non è questo il poliziotto che si vuole: i poliziotti passacarte, i poliziotti burocrati, non per colpa loro, ma delle regole definite finora».
Secondo il ministro ci sono molte funzioni burocratiche affidate al comparto sicurezza che potrebbero essere espletate da strutture civili, magari affidandosi alle risorse telematiche e alle pratiche self-service che anche il cittadino chiede a gran voce.