«L’inchiesta sulla vulnerabilità dei sistemi di comunicazione dei cellulari degli italiani, lanciata oggi da un quotidiano, è gravissima e va puntualmente verificata dalle autorità di garanzia, dalla privacy alle comunicazioni», lo ha dichiarato il senatore Riccardo Villari del Gruppo Misto.
«Se, come viene prospettato anche dal Copasir, esiste un fiorente mercato online che consente di tracciare, spiare, ascoltare, intercettare qualsiasi telefonino con un semplice sms siamo di fronte a un tema di portata enorme per la privacy degli utenti», sottolinea Villari.
Il quotidiano in questione è il Corriere della Sera, che parla, già dal principio dell’articolo in prima pagina, di “intercettazioni peer to peer” attivate tramite sms. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) presieduto da Francesco Rutelli ha già svolto alcune audizioni di tecnici specializzati del settore tra cui quella di un funzionario dell’Aisi (Agenzia per la sicurezza interna) e di due rappresentanti del Garante della privacy, che hanno confermato la vastità del fenomeno.
In un’interrogazione parlamentare presentata ieri, i componenti del Copasir Emanuele Fiano ed Ettore Rosato del Pd, insieme a Carmelo Briguglio del Pdl hanno riferito che, solo nell’anno 2008 nel nostro Paese siano state prelevate da internet diverse centinaia di migliaia di copie di tali programmi.
In realtà occorre far notare che la maggior parte dei software scaricati prevedono che “lo spione” abbia libero accesso al cellulare dello spiato in quanto occorre avere il tempo di installare il programma. Solo a quel punto il dispositivo potrà inviare dati verso l’esterno all’insaputa del proprietario.
Per non parlare dei cellulari che diventano microspie ambientali ad attivazione vocale. In quel caso occorre una modifica hardware o, nel migliore dei casi, una sostituzione della batteria originale della vittima con una che incorpori appunto la microspia.